Spot tv di Spacca, Ugo Ascoli risponde
Ancona | La replica al consigliere regionale Guido castelli che aveva sollevato la questione viene da un assessore regionale e non dallo stesso Spacca.
Ugo Ascoli
Dall'assessore regionale alla formazione Ugo Ascoli, riceviamo e pubblichiamo la risposta a quanto affermato da Guido castelli, consigliere regionale, in merito agli spot televisivi di Spacca e i finanziamenti del Fondo sociale Europeo.
Elemento fondamentale della strategia del FSE, espressamente previsto dai regolamenti comunitari e fortemente raccomandato dalla Commissione europea, è quello di dare la più ampia pubblicità e promozione al ruolo del FSE e alle politiche che esso persegue, nonché alle iniziative che si intende attivare sui territori regionali.
Infatti uno degli adempimenti obbligatori da parte delle Regioni è quello di dotarsi di un "Piano di Comunicazione" del FSE, previsto dal Regolamento comunitario n. 1828/2006, dove indicare le strategie comunicative, i mezzi, gli strumenti e le risorse che saranno all'uopo dedicate. Tale piano per la Regione Marche, approvato dalla Commissione Europea lo scorso mese di luglio, prevede tra gli altri, proprio interventi quali quelli oggetto dell'intervento del consigliere Castelli.
Il consigliere fa riferimento ad una serie di trasmissioni televisive di durata variabile dai 2 ai 5 minuti, andate in onda lo scorso mese di luglio sulle emittenti TV Centro Marche, E' TV Marche e Teleadriatica, nelle quali, attraverso interviste nonché presentando il seminario di lancio del POR Marche FSE 2007/2013 (evento obbligatorio espressamente previsto dai regolamenti comunitari), si è inteso promuovere e diffondere le finalità del Fondo Sociale Europeo e gli strumenti che verranno messi in atto nella programmazione appena iniziata nell'ambito delle politiche specifiche del FSE: istruzione, formazione e lavoro.
La pubblicità del singolo corso, contrariamente a quanto afferma Castelli che probabilmente non conosce bene i regolamenti comunitari, non è che un aspetto di questa attività che compete all'ente gestore del corso stesso, mentre compito dell'Autorità di Gestione del FSE (la Regione Marche) e degli Organismi Intermedi (le Province) è appunto quello di far conoscere le opportunità che il FSE offre ai vari target interessati (si veda l'art.69 del regolamento comunitario n.1083/2006).
Pertanto chi identifica il Fondo Sociale Europeo con il solo corso di formazione, non conosce appieno le potenzialità di questo strumento che è deputato a finanziare e sostenere non solo la formazione ma anche le altre politiche attive del lavoro, quali aiuti alle assunzioni, creazione di impresa, work experiences, interventi per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro ecc.
Si conferma pertanto la piena rispondenza dell'attività informativa di cui parliamo con i regolamenti comunitari che disciplinano l'utilizzo delle risorse del Fondo Sociale Europeo.
Elemento fondamentale della strategia del FSE, espressamente previsto dai regolamenti comunitari e fortemente raccomandato dalla Commissione europea, è quello di dare la più ampia pubblicità e promozione al ruolo del FSE e alle politiche che esso persegue, nonché alle iniziative che si intende attivare sui territori regionali.
Infatti uno degli adempimenti obbligatori da parte delle Regioni è quello di dotarsi di un "Piano di Comunicazione" del FSE, previsto dal Regolamento comunitario n. 1828/2006, dove indicare le strategie comunicative, i mezzi, gli strumenti e le risorse che saranno all'uopo dedicate. Tale piano per la Regione Marche, approvato dalla Commissione Europea lo scorso mese di luglio, prevede tra gli altri, proprio interventi quali quelli oggetto dell'intervento del consigliere Castelli.
Il consigliere fa riferimento ad una serie di trasmissioni televisive di durata variabile dai 2 ai 5 minuti, andate in onda lo scorso mese di luglio sulle emittenti TV Centro Marche, E' TV Marche e Teleadriatica, nelle quali, attraverso interviste nonché presentando il seminario di lancio del POR Marche FSE 2007/2013 (evento obbligatorio espressamente previsto dai regolamenti comunitari), si è inteso promuovere e diffondere le finalità del Fondo Sociale Europeo e gli strumenti che verranno messi in atto nella programmazione appena iniziata nell'ambito delle politiche specifiche del FSE: istruzione, formazione e lavoro.
La pubblicità del singolo corso, contrariamente a quanto afferma Castelli che probabilmente non conosce bene i regolamenti comunitari, non è che un aspetto di questa attività che compete all'ente gestore del corso stesso, mentre compito dell'Autorità di Gestione del FSE (la Regione Marche) e degli Organismi Intermedi (le Province) è appunto quello di far conoscere le opportunità che il FSE offre ai vari target interessati (si veda l'art.69 del regolamento comunitario n.1083/2006).
Pertanto chi identifica il Fondo Sociale Europeo con il solo corso di formazione, non conosce appieno le potenzialità di questo strumento che è deputato a finanziare e sostenere non solo la formazione ma anche le altre politiche attive del lavoro, quali aiuti alle assunzioni, creazione di impresa, work experiences, interventi per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro ecc.
Si conferma pertanto la piena rispondenza dell'attività informativa di cui parliamo con i regolamenti comunitari che disciplinano l'utilizzo delle risorse del Fondo Sociale Europeo.
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02/10/2008
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