Ora serve un patto democratico per la rinascita della città
| Intervento di Gino Troli finalizzato ad aprire un dibattito politico sullo stato della città e sulle prospettive e la costruzione dell'ulivo.
di Gino Troli
Basterebbe leggere i giornali di questi giorni per avere la sensazione di un vero e proprio bollettino di guerra, una guerra che si sta svolgendo tra la città e la sua amministrazione comunale, ogni giorno su ogni tema.
I comitati di quartiere sono giustamente scatenati contro un metodo che li vede ormai ininfluenti sulle scelte cittadine, persino su quelle che li riguardano, i concessionari di spiaggia hanno dovuto difendere le loro attività con una presenza massiccia in Consiglio comunale per scongiurare un Piano di spiaggia assolutamente provocatorio e incapace di ridisegnare il futuro del lungomare sambenedettese, un convegno comunale sulle attività produttive che dimentica bellamente i protagonisti del settore agro-alimentare e quei giovani imprenditori che potrebbero aiutare il nostro sviluppo con le loro idee innovative, la nascita di una importante facoltà universitaria senza che nella città venga aperto un dibattito pubblico sul suo ruolo, capace di coinvolgere il mondo della scuola e quello produttivo.
Posso continuare all'infinito perché troppi sono i segni quotidiani di un' irreparabile rottura che è avvenuta tra la città della gente e quella dei suoi governanti .
Manca ormai qualsiasi tipo di percorso di costruzione democratica delle decisioni e di condivisione delle scelte tra i cosiddetti "decisori" e la cittadinanza che è sempre più distante da quello che ormai è un palazzo arroccato nella sua incapacità non solo tecnica, ma anche politica di svolgere le funzioni minime di governo democratico della città.
Perché in democrazia non basta essere eletti "democraticamente", ma bisogna ogni giorno rinnovare il patto di fiducia reciproca tra elettori ed eletti. E questo patto a San Benedetto si è rotto da molto tempo e la perdita di pezzi nell'assetto di Giunta (forse i migliori) da Cava alla Ceneri, con lo spettacolo indecente di assalto alle poltrone che si è dato alla città incredula, altro non è che il segno che alle cose da fare si sono sostituite le ragioni del potere.
Che fare?
Può San Benedetto, città dalle grandi prospettive in settori fondamentali dell'economia, del sociale, della scuola, della cultura assistere impotente a questa graduale ma costante perdita di ruolo comprensoriale della città, visto che una città che non riesce a governare se stessa non può ambire a svolgere nessun ruolo nel territorio di riferimento come invece spesso in passato è accaduto?
La risposta è no. Non si tratta solo di mettere in campo un'altra proposta politica (il progetto dell'Ulivo per un nuovo governo della Città) ma di andare oltre, la questione in questo momento è difendere la città da danni irreparabili.
Occorre perciò, come diceva il deputato Ruggieri in un intervento che condivido, chiamare a raccolta le forze migliori delle professioni, della cultura, dell'associazionismo, delle categorie e del sindacato per un grande PATTO DEMOCRATICO PER LA RINASCITA DELLA CITTA' che fin da ora lavori per una nuova idea di sviluppo e di governo di una città che vuole tornare ad essere leader nei settori che la hanno fatta grande negli anni passati.
Un progetto di questo tipo portò, dopo alcuni guasti degli anni '80, al governo il centro-sinistra ed ha permesso negli anni '90 il rilancio e la riqualificazione urbana e e dei servizi. Bisogna ripartire da lì, non dalle strettoie di un Nuovo Ulivo, sola sommatoria dei partiti ma dalla larga alleanza con i ceti produttivi, le forze culturali e sociali per ridare una prospettiva degna dell'orgoglio e delle grandi speranze dei sambenedettesi.
I partiti del centro-sinistra, se necessario, devono fare un passo indietro e mettersi a servizio di questa prospettiva perché ora al centro dell'attenzione della politica deve essere il destino della città che amiamo e per cui fin da ora lanciamo un grido di allarme chiamando a raccolta tutti coloro che vogliono insieme farla rinascere.
La diversità politica del centro-sinistra deve essere questa: se l'Ulivo sarà capace di manifestarla, la città fin da ora potrà farsi protagonista in prima persona della sua rinascita e di una reale partecipazione democratica.
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21/10/2003
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