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La Samb nel cuore

San Benedetto del Tronto | Pasquale Bergamaschi sul suo immenso amore: la Samb

di Pasquale Bergamaschi

Mio caro amico direttore, dopo aver letto quanto scritto da 'Veleno', mi sono detto: anch'io sono un sambenedettese, tifo la Samb e non si dovrebbe sottolinearlo, professando il mestiere di giornalista (politico e anche sportivo, pur se sto scontando una discutibile 'squalifica') e voglio dire la mia. Tra l'altro, a seguito di certi commenti che, dopo il derby delle Marche della beneamata contro la Vis Pesaro, non mi hanno fatto piacere, anzi. La Samb è lì a due passi dall'Avellino, protagonista in questo primo scorcio di campionato e ad un tiro di schioppo dalla Reggiana degli ex Cottini, Napolioni e Borneo, prossima avversaria, domenica, al 'Giglio' di Reggio Emilia. Dunque, non è un peccato sognare.
 
Ci mancherebbe altro e per un semplicissimo motivo: sognare, in questo particolare momento di crisi, economica, in primis, culturale, sociale e politico - amministrativa (vale per l'Italia e, maggiormente, per la nostra San Benedetto) è un obbligo oltre che un piacere più che giustificato. Però, si sa, nel mondo del calcio, spesso e volentieri non si convive con la cruda razionalità.
 
Nel senso e mi spiego: valli a giustificare al popolo del tifo eventuali imprevisti del collettivo del tecnico Davide Ballardini, composto da una nidiata di giovani di belle speranze che devono (ripeto devono), maturare senza l'assillo di centrare, volente o nolente, almeno la zona play - off. Uscendo dal Riviera delle Palme, dopo il rotondo successo della 'beneamata'sul povero e sfortunato Benevento (questa volta le streghe le hanno viste i ragazzi di mister Benedetti che se avessero giocato altri 90 minuti non avrebbero mai infilato la rete di Spadavecchia)un gruppo di tifosi rossoblù mi ha chiesto: 'Bergamaschi questa Samb la vedi protagonista al vertice del campionato di C1, girone B, oppure a lottare per la salvezza?'.
 
Non mi sono sbilanciato, farfugliando mezze parole, indubbiamente ottimistiche, fermo restando un concetto indiscutibile: ho fiducia nel lavoro del tecnico Ballardini e degli altri collaboratori e, prendendo per buono quanto mi hanno detto alcuni amici di Giulianova, credo che il presidente della Samb Calcio, Umberto Mastellarini, sia estremamente fortunato e, di certo, più furbo di quello che vuole far intendere. Sono qualità innegabili, ma ce ne vuole affinché il sogno possa diventare realtà. Si, è vero, mi si potrebbe obiettare che 'il pallone è rotondo'.
 
Come dire: non sempre il calcio è la sintesi matematica di una serie di componenti, a partire dalle possibilità finanziarie ed organizzative delle Società per arrivare alle qualità dei collettivi e dei tecnici. Forse, ma sono dell'avviso che solo un miracolo potrebbe accreditare il Lecce di mister Zeman (trasferendo il concetto alla serie A)alla conquista dello scudetto, a dispetto di Juve, Milan e della tua Inter e, molto improbabilmente, della mia Roma.
 
Quindi, sognare bisogna, ma con i piedi ben piantati per terra e con tanta fiducia al verbo tecnico e societario della Samb Calcio. Insomma, godiamoci questi momenti di gioia, soddisfatti del poker di reti infilate nel sacco degli avversari dal 'bomber' Martini, del fatto che Vidallé si sia sbloccato nella battaglia  contro le reti avversarie e che i pupilli di mister Ballardini crescono per dare altre domeniche allegre al popolo del tifo, sempre se non oberati dal risultato 'costi quel che costi'. Domenica si va a Reggio Emilia e il faccia a faccia con la pattuglia di mister Giordano (ha pareggiato ad Avellino contro la prima della classe) è un test più che attendibile: calcisticamente
e per l'ambiente sportivo.
 
Cioé, sarà possibile accertare se capitan Colonnello e soci sono di pasta buona. In caso contrario, di un passo falso (ci può stare anche se anticipiamo i dovuti e beneauguranti scongiuri), continuiamo ad incitare Canini, Cigarini, Favaro e compagni e a
sognare. Questa deve essere l'anima del vero tifoso rossoblù, sambenedettese doc o adottato dalla perla della Riviera delle Palme. Il resto, come la gallina giovane, non fa buon brodo.

25/10/2004





        
  



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