Salone del Gusto di Torino: Unoccasione mancata per la provincia di Ascoli Piceno
Grottammare | Nello stand delle Marche i banner raffiguravano tutte le province tranne la nostra. Lorenzo Rossi accusa: 200.000 visitatori curiosi e disposti a spendere: bisognava esserci a tutti i costi.
di Redazione
Stand marchigiano al Salone del Gusto
Se sei un amante della buona cucina non puoi perdere il Salone Internazionale del Gusto di Torino, una manifestazione che al penultimo giorno conta già 170.000 biglietti staccati, a 20 euro l'uno (pasti esclusi). Se oltre ad amare la cucina vieni anche dalla patria delle "olive ascolane", è naturale che la prima cosa che guardi è come è rappresentata la tua cultura gastronomica.
Ebbene, all'ottava edizione del Salone del Gusto - un'edizione, tra l'altro, da record - non c'era la Provincia di Ascoli Piceno. A raccontarlo è il Segretario della sezione di Rifondazione Comunista di Grottammare, Lorenzo Rossi: "Nell'area espositiva occupata dalla nostra regione, oltre agli stand dei produttori locali e allo spazio dedicato alla ristorazione e alle presentazioni era adibito, come per molte altre regioni d'Italia, uno spazio di promozione territoriale con finalità turistiche. Nel caso delle Marche campeggiavano cinque grandi banner verticali (a occhio, circa 2 metri di larghezza e 3,5 d'altezza ciascuno) preceduti da alcuni espositori con depliant e materiale promozionale".
"Con mio grande stupore - prosegue Rossi - ho notato che i banner in questione raffiguravano quattro province delle Marche - tutte ad esclusione della nostra - mentre il quinto posto, quello centrale, era occupato dall'Assam (Agenzia servizi settore agroalimentare Marche). Come se non bastasse, neanche sugli espositori c'era la minima traccia del materiale informativo della Provincia di Ascoli Piceno".
"È stato abbastanza umiliante - racconta - sentirsi riferire da uno degli addetti che un bambino di passaggio, osservate le gigantografie, aveva contato le province rappresentate e aveva chiesto alla mamma perché ne mancasse una. Ancor più fastidioso è il sospetto che questa assenza non sia dovuta a un imprevisto dell'ultima ora, giacché i banner erano stampati con caratteristiche standard (dimensioni, materiale, perfino i caratteri di scrittura). Tutto lascia pensare a una rinuncia premeditata". Insomma: "un'occasione persa".
"E' del tutto assurdo - conclude il Segretario di Rifondazione - non intuire come sia vitale, soprattutto per un territorio come il nostro, l'intreccio tra produzione enogastronomica e turismo. Non so quale settore amministrativo o Assessorato Provinciale sia responsabile di tale mancanza, ma non basterà dire che la nostra Provincia era impegnata in quei cinque giorni su altri teatri di promozione turistica e/o enogastronomica. Tra i 200.000 visitatori del Salone, amanti del buon cibo e dei percorsi del gusto, consapevoli, curiosi e disposti a spendere, bisognava esserci a tutti i costi".
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27/10/2010
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