Rubavano la corrispondenza nel centro meccanografico postale di Pescara e si appropriavano di soldi e oggetti contenuti nelle buste e nei plichi. Per questo nove dipendenti delle Poste, tra cui tre capiturno, sono finiti nei guai dopo essere stati scoperti della Polizia Postale e delle comunicazioni nell'ambito della operazione "Lavoratori interinali".

Le maggiori responsabilita' sono quelle dei tre capiturno, uno di Montesilvano e due di Silvi, che sono stati sospesi per un mese dalle attivita' che svolgevano. Gli altri sei, tra cui una donna, sono stati denunciati a piede libero. I nove devono rispondere di peculato e sottrazione e manomissione di corrispondenza.

 

I nove dipendenti, scoperti grazie alle denunce di alcuni responsabili dell'ufficio, si appropriavano di un centinaio di pacchi al giorno ma lasciavano maldestramente le "tracce" del materiale sottratto all'interno degli uffici, nascondendo le cartacce perfino nei bagni e nelle intercapedini dei termosifoni.

 

A quanto pare nessun tipo di busta veniva risparmiata, neppure le offerte benefiche. La polizia - guidata da Alessandro Grilli - ha trovato, ad esempio, una lettera di accompagnamento ad un assegno di 20mila euro, ovviamente sparito, una busta che conteneva dollari canadesi inviati al Santuario di Santa Rita, il contenitore di un posacenere d'argento acquistato on line, e la documentazione relativa alla spedizione di un banconota per collezionisti.

 

Non essendo semplice individuare i responsabili, alle attivita' di audio e videosorveglianza promossa dalla polizia si e' aggiunto un altro "controllo diretto", da parte della Polpost. Negli uffici del Centro meccanografico si sono introdotti quattro agenti che risultavano assunti dalle Poste come lavoratori interinali (dal primo giugno). Nel giro di due mesi sono stati individuati gli operatori postali che manomettevano buste e plichi e si impossessavano del materiale e queste "operazioni" sono state riprese con le telecamere.