Troppi disagi per gli anziani
Ascoli Piceno | Il sindacato UIL Pensionati protesta per i troppi disagi nelle prenotazioni delle prestazioni ospedaliere avanzando diverse proposte per il riordino del servizio sanitario locale.
I pensionati SPI-CGIL, FNP-CISL e UILP-UIL sollecitano la Regione Marche affinché il sistema di prenotazione regionale per le prestazioni sanitarie, possa al più presto andare a regime. Condividono l'obiettivo di facilitare l'accesso alle prestazioni attraverso l'integrazione e l'utilizzo di tutti i terminali, dalle farmacie ai medici di medicina generale. Manifestano forte preoccupazione rispetto alle difficoltà che gli anziani, soprattutto quelli con patologie invalidanti, e le loro famiglie, potrebbero incorrere per l'erogazione delle prestazioni in presidi dislocati su tutto il territorio regionale rischiando di incentivare il ricorso alle prestazioni in libera professione, caricando così i cittadini oltre che dei disagi anche dei costi della sanità marchigiana".
Francesco Fabiani UILP-UIL 21 ottobre 2010.
Le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil delle Marche hanno avanzato una serie di proposte per attuare modifiche alla attuale situazione sanitaria regionale.
Fabiani ricorda che le proposte riguardano sia la legge di riorganizzazione del servizio sanitario regionale sia il nuovo Piano socio- sanitario.
Questa è una necessità imprescindibile: per tenere insieme programmazione degli obiettivi (Piano socio- sanitario) e riorganizzazione.
Circa il risanamento finanziario il sindacato evidenzia come a questo non ha eliminato i nodi strutturali del sistema: dalla mancata riorganizzazione ospedaliera all'abbattimento delle liste di attesa e alla mobilità passiva. Inoltre, l'attuale assetto ha visto una sovrapposizione di responsabilità a livello regionale (con conseguenti conflitti tra Servizio salute e Asur) e allo stesso tempo una frammentazione (Zone territoriali) che ha impedito d'impostare e di avviare a soluzione i problemi cronici della sanità marchigiana.
In particolare, il sindacato, ricorda Fabiani, sostiene che nella proposta di modifica della legge 13, pur essendo state accolte sollecitazioni, restano delle contraddizioni tra la stessa e il Piano sanitario. Infatti il Piano pone al centro della sua azione una serie di progetti e obiettivi per i quali è necessario un rafforzamento del ruolo della Regione nelle funzioni di indirizzo e controllo, anche tramite il Dipartimento per la salute, e ad un livello gestionale che indica nell'Area Vasta il riferimento organizzativo e la dimensione gestionale ottimale.
Indicazione che non ha riscontro nella proposta di legge di riorganizzazione del servizio sanitario regionale per cui all'Area Vasta di fatto non corrispondono assetti di responsabilità coerenti. Un'inadeguatezza anche sostanziale poiché nella contrattazione con le parti sociali non è stato individuato un livello unico e certo. Ad avviso del sindacato c'è il rischio di una moltiplicazione dei centri decisionali, per queste ragioni si è convinti che l'assegnazione della personalità giuridica all'Area Vasta sarebbe la soluzione migliore e che comunque la stessa debba essere definita come unica articolazione dell'Asur con al vertice un direttore generale.
Cgil, Cisl, UIL Marche sostengono che il riordino del servizio sanitario dovrà comportare anche un'eventuale ridefinizione dei distretti e degli ambiti rendendo superata l'organizzazione zonale. Così come incoerente sarebbe costituire nuove aziende ospedaliere. Circa la proposta di Piano socio- sanitario, Fabiani rammenta che Cgil, Cisl e Uil Marche ritengono che sia un atto più di indirizzo che di programmazione; occorre avviare la riconversione degli ospedali minori, riaffermare l'obiettivo di assegnare il 5% delle risorse del Fondo sanitario per la prevenzione, implementare la sperimentazione delle Case per la Salute e degli Ospedali di comunità senza dimenticare le fragilità. In questo contesto occorre anche superare l'emergenza che si è verificata con l'avvio del Cup e mettere a sistema la funzione di prenotazione - accesso migliorando i "terminali" (sportelli, medici di medicina generale, call center) e specializzando i percorsi in base alla complessità delle prestazioni richieste.
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30/10/2010
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