Grande successo per Di Filippo con lo spettacolo: "Le bugie con le gambe lunghe"
Ancona | Dopo il densissimo spettacolo di Mannaggia la miseria della stagione passata, il geniale regista Luca di Filippo, va in scena con la brillantissima commedia Le bugie con le gambe lunghe di Eduardo al Teatro delle Muse di Ancona.
di Andrea Carnevali

Luca Di Filippo
Luca, vincitore del "Premio della Critica 2011" promosso dall'Associazione Nazionale dei Critici di Teatro, ha dimostrato ancora una volta di essere un grande interprete di teatro.
Nell'allestimento delle Muse, Luca De Filippo è attore principale e regista e con lui troviamo Nicola Di Pinto, Anna Fiorelli, Fulvia Carotenuto, Carolina Rosi e Massimo De Matteo.
Lo spettacolo segna la prosecuzione del lavoro della Compagnia di Teatro di Luca De Filippo sulla drammaturgia di Eduardo, in particolare su quella del dopoguerra. La commedia, scritta nel dicembre 1946 subito dopo il debutto napoletano di "Filumena Maturano", venne presentata solo un anno dopo: lo straordinario successo di "Filumena".
Come sarà per "Le voci di dentro" e "Le bugie con le gambe lunghe".
Dalla commedia in scena alle Muse - in cui verità e menzogna sono messe a confronto - la vena amara della vicenda scorre in sottofondo alla comicità, è apparsa fin dall'apertura del sipario quando il rumore di una macchina da cucire rompe il silenzio in sala, dopo che le luci si sono spente.
Gli occhi dei spettatori in sala, quasi incollati all'angolo della scena, a osservare Costanza nel suo laboratorio. La storia inizia proprio dà lì: i piccoli quadri appesi nel laboratorio di Costanza illuminati e la stanza da pranzo al buio. Mentre cuce l'abito rosso della donna che spera nell'amore di Libero. Davanti all'abito, che d'altra parte ha fatto cominciare a scorrere con una certa rapidità le prime sensazioni all'interno della casa, si capisce che "tutto ciò" che è all'esterno entrerà nel salotto di casa. Poiché, sebbene la vicenda dei due fratelli sia a lieto fine, il colore acceso del rosso crea pathos e costernazione; così come sarà per i rivolti drammatici che hanno le tante storie raccontate in case dei due fratelli. C'è un certo richiamo negli abiti colorati al musical americani nei costumi di Silvia Polidori che scandiscono le scene.
La produzione, che ha debuttato ad Ascoli Piceno, è arrivata nel capoluogo dorico lo scorso giovedì, per certi aspetti si ricollega al precedente allestimento, mentre per altri se ne distanzia, portando alla luce l'intreccio precisamente intorno alla vanità, all'illusione, alla realtà ed alla necessità d'abbandonarsi, tuttavia, alla fede che sembra perdersi, tra le difficoltà di poter vivere.
La trama del racconto si colloca con ogni evidenza in una zona intermedia le pulsioni amorose e la paura e la ferocia. Libero nella sua confessione, è riuscito ad illustrare la sua condizione umana; non ha trasformato gli attori in personaggi senza freni alla ricerca del potere personale. Egli, in qualche modo, sembra non volerli neppure giudicare, ma si limita a cercare di comprendere i movimenti e le ragioni, gli impulsi segreti, i contraccolpi interiori, facendone, più che dei vinti, delle proiezioni della fragilità e delle contraddizioni della natura e delle ambizioni delle persone. Come è, del resto, per Benedetto imprigionato il ruolo di padre-padrone che non gli consente di vedere oltre il suo naso che cosa stava cambiano nella sua famiglia. Ma non si pensi nemmeno che la regia di Luca De Filippo abbia portato al teatro di Ancona un'asettica e composta rilettura della commedia di Eduardo psico-antropologica.
Poiché non corrisponderebbe al carattere di Libero, ancora incerto sul daffarsi nella sua vita. E infatti la concitazione dei sentimenti sia per Olga sia per la prostituta che è proprio del personaggio principale, ormai anziano e rimasto solo, appartengono a quella parte del testo di grande intensità espressiva cui il regista, del resto, ha dato un grande rilievo.
Soprattutto per Libero vale il proverbio popolare: le bugie con le gambe corte sono quelle dei bambini, quelle puerili, mentre le bugie con le gambe lunghe sono quelle «che tutti noi dobbiamo aiutare a camminare - ha detto Eduardo - per non far cadere l'impalcatura della società» Di elevato ricerca espressiva è stata la scenografia con forti richiami alle cultura figurativa espressionista che si manifesta nella forza monumentale del sipario con tante case popolari.
Agli edifici, acutamente disegnati a cui sono state accentuate le piccolo finestre, grazie alle sfumare grigio-nero dei muri esterni in modo da farli apparire come ambienti inanimati da cui tutto poteva uscire, ma che ogni cosa poteva rimanervi al suo interno. Come le storie dei personaggi raccontate nella sala da pranzo dei due fratelli che solo il naturale svolgimento della vicenda avrebbe cambiato.
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30/10/2011
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