«Questi versi esprimono una visione del mondo assassinato e in decomposizione conseguenza della malattia distruttrice dell'uomo: vittima egli stesso della propria miserevole onnipotenza, accanitasi, nei secoli dei secoli, contro l'inerme bellezza degli esseri viventi e della natura. L'ingorgo dei resti, dei relitti, è drammatizzato dallo speculare ingorgo dei testi e della lingua: un lessico necessariamente rigurgitante, spigoloso, ossessivo (con il battito prevalente dell'endecasillabo) come il suono di risacca dopo la tempesta, che sbatte e ribatte volti e affetti senza più memoria, schegge e abbandoni di mezzi senza più storia, senza più mercato. Tutto pare galleggiare o affondare nel ventre della Terra, in un quadro rovinoso, fatto di persone e cose senza più nome. È un poema sul tradimento della civiltà».

Così Eugenio De Signoribus presenta "Generazioni", il nuovo libro di Enrico Piergallini, edito da Sigismundus, la casa editrice ascolana diretta da Davide Nota.

Insegnante di lettere e assessore alla Cultura del Comune di Grottammare, Enrico Piergallini ha pubblicato poesie nelle plaquette "Tra ròcioli disperso" (1999) e "Giacimenti" (2006), sulle riviste «Nuovi Argomenti», «Atelier», «Nazione indiana», «La Gru»; è presente, inoltre, nelle antologie "Italville-New Italian writing" (2005), "Porta marina" (2008) e "Calpestare l'oblio" (2010).