Rischio rialzo dell'inflazione
| RIMINI - Allarme della Cna
di Stefania Ceteroni
La revisione degli studi di settore prevista nella Finanziaria 2005 rischia di infiammare l'inflazione. È l'allarme che ha lanciato, di recente, la Confederazione nazionale degli artigiani e della piccola impresa che ha contestato, in particolare, il loro aggiornamento annuale attraverso gli indici dell'Istat.
«Questo significa innescare un aumento dell'inflazione» ha dichiarato in una nota il presidente della CNA, Ivan Malavasi, secondo cui la decisione del governo segna «un completo annullamento degli studi di settore e del rapporto di fiducia che si è instaurato nei giorni scorsi tra le pmi e il fisco negli anni scorsi». La richiesta degli artigiani è netta. «Occorre abolire la previsione di un loro aggiornamento annuale attraverso gli indici dell'Istat». Non solo. Il rischio che la maggiore pressione fiscale sulle pini possa spingere all'insù i prezzi dei servizi offerti è legato anche all'introduzione, con la manovra 2005, di nuovi adempimenti contabili.
«Sono superflui e aumenteranno i costi e le perdite di tempo per le imprese» ha concluso Malavasi.
Alla critica del presidente si è aggiunta anche quella del segretario generale della CNA, Gian Carlo Sangalli, contrario alla modifica degli strumenti automatici di determinazione del reddito imponibile.
«La revisione degli studi di settore non può rappresentare uno strumento surrettizio di reperimento delle risorse a carico del settore dell'artigianato e delle pmi, già gravato dal recente tagliò agli incentivi», ha affermato in un comunicato Sangalli, che ha aggiunto che «l'esigenza del riequilibrio dei conti pubblici non può gravare sulle categorie produttive che non solo hanno già stretto la cinghia con la manovrina del giugno scorso ma che vivono anche una difficile situazione economica».
Il segretario generale della CNA ha segnalato che le conseguenze della revisione degli studi di settore sulle pmi saranno visibili già dal prossimo anno. «Gli effetti verranno vissuti personalmente dagli imprenditori già nel maggio-giugno 2005, con le conseguenze che si possono immaginare», ha concluso Sangalli.
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06/10/2004
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