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| ANCONA - La Corte Costituzionale d'accordo con la Regione: il decreto legislativo del governo è illegittimo. La competenza rimane a Regione e Comuni.

La Corte costituzionale, con la sentenza del 1 ottobre scorso, ha dichiarato l'illegittimità del decreto legislativo del governo (il cosiddetto decreto Gasparri), sulle disposizioni per la realizzazione delle infrastrutture di telecomunicazione strategiche, che la Regione Marche aveva impugnato.

Il ricorso ricorreva contro l'eccesso di delega attribuitasi dal governo, nell'individuare le infrastrutture strategiche e di preminente interesse.
Le decisioni assunte, quindi, comprimevano le attribuzioni regionali sotto più profili, rispetto a un compito che non è di competenza esclusiva statale.

Come conseguenza alla sentenza della Corte, la legge regionale 25 emanata nel 2001 e il decreto applicativo della Giunta del 2003, continuano a regolamentare le procedure per la messa in opera delle antenne di telefonia mobile.
"Si tratta di provvedimenti – ha dichiarato l'assessore Marco Amagliani, promotore del ricorso – che disciplinano la materia tenendo conto dei risvolti che la presenza di concentrazioni elettromagnetiche hanno sulla tutela ambientale e sulla salute dei cittadini.

La sentenza della Corte, di fatto, ribadisce quanto la Regione sostiene nei fatti e con i propri atti legislativi. Cioé la supremazia dei Comuni nelle decisioni sulla gestione urbanistica del territorio, soprattutto quando si tratta di tutelare aspetti così importanti per la qualità della vita.
Ai Comuni viene riconosciuta e confermata la facoltà di individuare i siti più idonei.

Il problema della localizzazione dei nuovi impianti per la telefonia mobile e della delocalizzazione di quelli esistenti, è delicato e ha coinvolto molte comunità, preoccupate per le emissioni ellettromagnetiche, soprattutto in vicinanza di abitazioni, scuole e ospedali.

E' necessario che le decisioni vengano prese da chi vive il territorio più da vicino, tenendo conto degli strumenti urbanistici vigenti. Con il decreto di Giunta abbiamo tracciato una strada innovativa per evitare l'affollamento di antenne, basandoci sulla concentrazione di campi elettromagnetici nelle singole aree che non deve superare le soglie stabilite come pericolose ".

Contro i regolamenti deliberati nel 2003 dalla Giunta, Vodafone e Tim erano ricorse al Tribunale amministrativo regionale. Non c'è ancora sentenza, ma é importante segnalare che il Tar non ha concesso la sospensiva dell'atto di Giunta, richiesta dalle due aziende.

06/10/2003





        
  



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