Horror all'ascolana.
| ASCOLI PICENO - Considerazioni semiserie sulle gesta dolciamare dell'Ascoli Calcio
di Federica Poli
Ore 20.03 del 09 ottobre 2003. Il vento soffia freddo, questo impermeabilino, forse, è troppo poco per una serata così. Cerco di ripararmi alzando il colletto alla Totti, ma è uguale, l'aria filtra lo stesso e mi induce ad infilare le mani in tasca. Niente nella borsa neanche un foulard per coprirsi il collo, e, domani sicuramente, sarò a letto con il raffreddore e mal di gola.
Le luci soffuse della strada deserta mi tengono compagnia in questo mercoledì di ottobre, qualche auto solca la via e sfreccia lontana, le foglie morte degli alberi che costeggiano il viale fanno rumore sotto i miei piedi e lo stridìo dei freni della bicicletta che mi passa accanto non mi fa sentire sola. Di fatto, sono sola. Sola con i miei pensieri, le mie angosce. Questa strada così lugubre mi fa pensare ai film di Hitchcock. Poi, un rumore di passi dietro di me, mi affretto, e, sento che anche colui che mi segue lo fa, il respiro si fa affannoso e mi ritrovo a camminare svelta nel buio della notte con qualcuno alle spalle, sento che si avvicina, mi agito.
Cosa vorrà questa figura informe che mi segue? Dove andrà con questo freddo in una notte di autunno in Via delle Zeppelle ad Ascoli? Da quanto tempo sarà dietro di me? D'altronde devo ammetterlo sono un bel bocconcino biondo, sola soletta in una notte fredda (alla faccia della modestia!). Ad un certo punto il Tizio Sconosciuto mi supera e, senza neanche guardarmi, corre via col passo frettoloso.
Io continuo il mio, solitario, tragitto da film thriller e sapete dove arrivo? Allo Stadio! C'è l'Ascoli ma a quanto pare è notizia per pochi intimi che si godranno lo spettacolo che indubbiamente sarà stupendo (?).
Acquisto il mio biglietto da 20 euro e raggiungo i miei compagni di sventura sui gradoni del Del Duca.
E' una serata speciale, oggi si recupera la prima giornata di campionato contro il Genoa. L'undici di Dominissini entra in campo, l'undici di De Canio anche. Peccato! Potevamo vincerla a tavolino.
Vabbè meglio passare al gioco. Quale? Mi verrebbe da chiedere. L'Ascoli fa finta di attaccare e il Genoa fa finta di difendere. Nessun tiro in porta decente nella prima frazione che faccia sussultare il cuoricino infreddolito di una tifosa annoiata.
Secondo tempo. Stessa musica ragazzi!
Al 22' ecco l'agognato gol! Del Genoa però che con Cordone dà una bella frustata alla difesa bianconera che, malgrado la strenua lotta contro il male di nonno Brevi, nulla può di fronte al primo tiro in porta dei rossoblu! Anzi scusate, il secondo tiro, perché il primo si è concretizzato in un palo clamoroso.
Ora inizia il Festival degli Infortuni, i giocatori liguri accusano rotture del femore a ripetizione, da Aldair a Caccia tutti vogliono annusare l'afrore del praticello del Del Duca da vicino.
I barellieri, nel frattempo, hanno sviluppato dei fisicacci strepitosi perché a correre di qua e di là con un omone morente sulla barella, prima o poi i muscoli te li fai! Meglio di una settimana in palestra, provare per credere!
Siamo rimasti al gol? Allora abbiamo finito.
Neanche i tre moschettieri, Mastronunzio, panteranera e Cristiano riescono a cambiare la sinfonia dei: "travolti da un insolito destino"!
Nonno Brevi esce insieme a Chaib, dopo aver visto il rosso del direttore di gara.
L'unica nota positiva, a mio modestissimo avviso, sono state le sgroppate sulla sinistra di Mirko Savini che, evidentemente, questa settimana ha avuto una febbre da cavallo.
A questo punto non posso che dirvi, cari lettori, che questa serata che è cominciata con toni da Thriller, purtroppo, rapidamente si è tramutata in Horror!
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09/10/2003
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