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Importazione di auto di lusso dalla Germania.

Ascoli Piceno | Scoperta frode fiscale milionaria. Arresti anche in provincia di Ascoli Piceno.

Sono in corso da questa mattina le attività del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Palermo che, su disposizione del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Termini Imerese - dott. Giuliano Castiglia -, in collaborazione con i diversi Reparti territoriali del Corpo, tra i quali il Nucleo di Polizia Tributaria di Ascoli Piceno, ha tratto in arresto 12 persone (di cui una tuttora in corso di rintraccio), accusate di aver costituito e fatto parte di un'articolata associazione a delinquere che ha operato sull'intero territorio nazionale sin dall'anno 2004, importando centinaia di auto di lusso dalla Germania per un valore commerciale di circa 30 milioni di euro in totale evasione di imposte, attraverso la creazione e l'interposizione negli scambi di società "cartiere" che hanno emesso fatture per operazioni inesistenti a favore di altre società beneficiarie della frode.

L'operazione ha interessato la Sicilia, il Veneto e le Marche e costituisce il frutto di complesse indagini - supportate da accertamenti bancari, perquisizioni locali, sequestri di documentazione ed intercettazioni telefoniche che hanno coinvolto numerose utenze - che hanno visto le Fiamme Gialle siciliane, coordinate dalla Procura della Repubblica di Termini Imerese nelle persone dei Sostituti Procuratori dott. Gianluca De Leo e dr.ssa Rosa Caramia, collaborare fattivamente con l'amministrazione finanziaria tedesca, utilizzando i canali della collaborazione amministrativa internazionale previsti in materia fiscale dalle direttive comunitarie e dalla convenzione contro le doppie imposizioni stipulata tra Italia e Germania.

Gli accertamenti hanno permesso di scoprire una collaudata organizzazione criminale operante in Italia ed in parte in Germania, con lo scopo di offrire ad operatori commerciali nazionali autovetture di lusso a prezzi del tutto concorrenziali (perfino inferiori ai listini praticati dai fornitori tedeschi) grazie ad una sistematica e perdurante evasione dell'imposta sul valore aggiunto; in effetti, secondo il classico schema delle frodi all'I.V.A. comunitaria, il ruolo di primo importatore nazionale, su cui grava il maggior debito d'imposta, veniva assolto da società fittizie, prive di qualsiasi struttura aziendale e riconducibili a "prestanomi" nullatenenti, interposte fraudolentemente negli scambi commerciali con l'intento di accumulare il debito tributario destinato a non essere poi mai assolto.

In alcuni casi il disegno criminale prevedeva più filtri societari prima del reale acquirente nazionale, attraverso l'interposizione di più società con il fine di rendere sempre più difficoltosa la ricostruzione dei passaggi commerciali e di frapporre più soggetti tra il cliente finale - beneficiario del sistema fraudolento - e la cartiera importatrice.

Nella frode sono risultati coinvolti numerosi soggetti, ognuno dei quali ha svolto un ruolo ben preciso e delineato, più o meno ampio; vi è infatti chi ha provveduto alla gestione delle cartiere, chi ha svolto il ruolo di "testa di legno" (limitandosi ad intervenire di persona solo nelle occasioni nelle quali la sua presenza risultava indispensabile come nel caso di sottoscrizione di contratti o disporre movimentazioni finanziarie), chi, invece, ha gestito le imprese beneficiarie del sistema di frode, chi ha avuto il compito di trattare con i fornitori tedeschi (aprendo ditte anche in Germania per acquistare i mezzi da quei fornitori che non si prestavano all'esportazione diretta in Italia), e chi, pur non rivestendo un ruolo di primo piano, ha comunque collaborato attivamente con i protagonisti principali dell'associazione, ben consapevole dell'illiceità delle condotte.

Gli organizzatori della frode e i promotori dell'associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata a danno dello Stato attraverso l'emissione di fatture per operazioni inesistenti, tutti destinatari di ordinanze di custodia cautelare in carcere, due delle quali eseguite dal Nucleo di Polizia Tributaria di Ascoli Piceno, in supporto al paritetico Comando di Palermo, sono:
- ATTINASI Pietro, nato il 30 maggio 1976 a Petralia Sottana (PA);
- SONCIN Lamberto, nato il 2 luglio 1950 a Donada (RO);
- SONCIN Gianluca, nato il 13 marzo 1973 a Biella (VC);
- ZERBETTO Alessandro, nato il 18 luglio 1950 a Padova;
- CIPOLLONE Gianfranco, nato il 26 agosto 1976 a Treviso;
- DE LORENZI Antonio, nato il 25 agosto 1961 a Teolo (PD);
- CAPRIOTTI Piero, nato il 6 luglio 1957 a Cossignano (AP) e residente in San Benedetto del Tronto (AP);
- SPECA Claudio, nato il 28 febbraio 1962 ad Ascoli Piceno, dove risiede;
- Altro soggetto, in fase di rintraccio.

Gli altri partecipanti all'associazione, anch'essi destinatari di ordinanze di custodia cautelare in carcere, sono:

- STELLARI Giancarlo, nato il 7 ottobre 1969 a Cremona;
- MANTOVANI Sergio, nato il 29 agosto 1976 ad Adria (RO).

Ulteriore soggetto partecipante all'associazione, per il quale sono stati disposti gli arresti domiciliari, è:

- LEONARDA Marianna, nata il 20 febbraio 1977 a Petralia Sottana (PA).

Infine, per l'emissione di fatture per operazioni inesistenti, nei confronti di:

- FRANCESCHETTO Michele, nato il 2 luglio 1967 a Vicenza, sono stati disposti gli arresti domiciliari;

- COCCO Gabriele Federico, nato il 21 giugno 1962 a Valdagno (VI), è stato destinatario dell'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Per quanto attiene il ruolo rivestito dai singoli, ATTINASI Pietro di Petralia Sottana (PA), emigrato in Germania, si preoccupava di reperire le autovetture sul mercato estero e di acquistarle, se del caso, attraverso la sua impresa tedesca, "LA PIERO ATTINASI MP AUTOMOBILE" di Haigerloch; ruolo analogo veniva svolto da un altro sodale, allo stato non rintracciato. Le auto estere venivano poi consegnate direttamente ai reali acquirenti italiani, tutti imprenditori del settore, mentre cartolarmente risultavano importate dalle società cartiere a disposizione dei sodali, tra le quali la ditta individuale "EXCLUSIVE CARS" aperta nel 2003 dall'ATTINASI in Geraci Siculo (PA), le società a responsabilità limitata "ORION" e "COIMPEX", entrambe con sedi dichiarate, ma risultate inesistenti, in Roma, di fatto amministrate da SONCIN Lamberto e dal figlio SONCIN Gianluca operanti in Selvazzano Dentro (PD), sebbene formalmente rappresentate rispettivamente da STELLARI Giancarlo, COCCO Gabriele Federico e MANTOVANI Sergio, in realtà prestanomi dei SONCIN.

Le cartiere provvedevano quindi a fatturare i mezzi a società beneficiarie della frode, che, utilizzando le fatture per operazioni soggettivamente inesistenti, hanno potuto detrarsi illecitamente l'I.V.A. a credito sugli acquisti, pagando di fatto il mezzo ad un prezzo mediamente inferiore del 10-13% di quello praticato dal fornitore estero. Tali mezzi potevano dunque essere offerti al pubblico ad un prezzo sicuramente concorrenziale a danno degli operatori onesti; tra queste società, acquirenti finali ovvero seconde interposte, vanno annoverate le seguenti, tutte riconducibili agli appartenenti all'associazione:

- la ditta individuale "AUTOLEMAR" di LEONARDA Marianna, moglie di ATTINASI Pietro, di fatto gestita dallo stesso ATTINASI, operante dalla fine del 2006 in Petralia Soprana (PA);
- la "LUXURY MOTOR S.r.l." con sede in Padova, gestita da ZERBETTO Alessandro, unitamente ai soci CIPOLLONE Gianfranco e DE LORENZI Antonio;
- la "LA BESTCAR S.r.l." con sede in Ascoli Piceno, gestita da CAPRIOTTI Piero e SPECA Claudio;
- la ditta individuale "BERICA CARRI ED EXCLUSIVE CAR" con sede in Sandrigo (VI), gestita da FRANCESCHETTO Michele.

Parallelamente allo svilupparsi delle indagini penali, il Nucleo di polizia tributaria di Palermo ha provveduto ad avviare specifiche verifiche fiscali nei confronti delle imprese a vario titolo coinvolte nella frode, a conclusione delle quali sono stati segnalati ai competenti uffici finanziari ricavi non dichiarati al fisco complessivamente per oltre 32 milioni di euro ed IVA a debito non versata (ovvero a credito illecitamente detratta) per oltre 6,5 milioni di euro.

Si allega scheda esplicativa del sistema di frode.

Guardia di Finanza - Comunicato stampa del 12.11.2010
IL SISTEMA DI FRODE

Dal 1 gennaio 1993, come noto, al fine di garantire la libera circolazione delle merci sono state abbattute le barriere doganali tra gli Stati comunitari. In materia di imposta sul valore aggiunto, in particolare, sebbene a regime l'imposizione dovrà basarsi sul principio dell'assoggettamento ad imposta dei beni e servizi nel Paese di origine, per una serie di difficoltà applicative, è stato adottato un regime c.d. "transitorio", durante il quale l'imposta continua ad essere applicata, salvo talune eccezioni, nel Paese di destinazione dei beni, in base alle aliquote ed alle condizioni di imposizione ivi vigenti ed a carico del destinatario.
In base a questo regime, l'acquirente italiano deve:
- comunicare al cedente estero, prima di effettuare l'acquisto, il proprio numero identificativo UE;
- al momento della ricezione della fattura:
- rinumerare la fattura secondo una propria numerazione differente da quella attribuita agli acquisti nazionali ed extracomunitari (ad es. 1c, 2c, 3c, ecc.);
- integrare la fattura, indicando sulla stessa il controvalore in euro del corrispettivo ove il prezzo sia fissato in valuta diversa dalla moneta comunitaria;
- determinare l'ammontare dell'I.V.A. calcolata secondo l'aliquota dei beni o servizi acquistati, secondo il principio della tassazione nel Paese di destinazione: quindi, nel nostro caso gli acquisti sono assoggettati alle aliquote vigenti in Italia.
- le fatture relative agli acquisti intracomunitari devono essere poi registrate nel registro delle fatture di acquisto e di quelle di vendita, secondo l'ordine della loro rinumerazione e con l'indicazione del corrispettivo in valuta estera.

Con l'introduzione del commercio intracomunitario sono state tuttavia riscontrate nuove tipologie criminose legate all'evasione dell'IVA. Tra queste, una frode particolarmente insidiosa è quella che si basa sull'utilizzo delle cc.dd. società cartiere. Questo disegno criminoso prevede:
a. la costituzione, nel territorio nazionale, di una o più "cartiere" (o missing trader), il cui unico fine è quello di caricarsi del debito I.V.A. nei confronti dell'Erario per poi non adempiere agli obblighi di versamento. L'amministrazione di dette società viene di norma affidata a prestanomi, i quali, dietro compenso fisso, si assumono ogni responsabilità derivante dall'incarico, ponendosi a tutela degli effettivi titolari delle attività commerciali;
b. che le società in questione - che non dispongono di alcuna struttura societaria, né di beni patrimoniali, né di personale dipendente - effettuano rilevanti acquisti intracomunitari di merce da vari Paesi UE e ricevono, conformemente al sistema, le relative fatture senza addebito di IVA. Adempiono, talvolta, ai soli obblighi formali e cessano l'attività dopo breve periodo, sparendo poi dalla circolazione.
c. che le merci, che risultano così acquistate, vengono cedute con regolari fatture soggette ad IVA a clienti nazionali, effettivi destinatari dei beni, con applicazione di un ricarico irrisorio, a volte senza ricarico, o addirittura sottofatturando le cessioni rispetto gli acquisti. In quest'ultimo caso la "cartiera" emette le fatture nei confronti degli acquirenti finali, indicando un valore imponibile dei prodotti inferiore a quello indicato nelle fatture emesse dai fornitori comunitari, ma tale che, sommato all'IVA relativa, sia di poco superiore al prezzo effettivamente pagato dagli acquirenti finali ai fornitori. Di conseguenza, gli acquirenti finali nazionali, sopportando un onere finanziario di poco superiore a quello che avrebbero sostenuto acquistando direttamente (e ricevendo fatture) dai fornitori comunitari, dispongono dei prodotti ad un prezzo estremamente competitivo, perché ricevuti sottofatturati dalle "cartiere". Tale situazione, tuttavia, determina la piena legittimazione del cessionario alla detrazione dell'IVA, formalmente addebitatagli ed altrettanto formalmente da lui corrisposta;
d. il pagamento della merce al fornitore estero viene formalmente effettuato dall'amministratore di comodo mediante rimesse bancarie dopo aver ricevuto, sempre formalmente, il pagamento da parte dell'effettivo cessionario. A volte, il pagamento nei confronti del fornitore comunitario viene effettuato direttamente dalla società filtro.
Attraverso questa frode il reale acquirente nazionale riesce a vendere al pubblico il bene ad un prezzo sicuramente competitivo a danno degli operatori onesti del settore.

Esempio: l'auto viene venduta in Germania a 30.000 euro dal fornitore Alfa.

Hp 1: acquisto senza frode da parte della società italiana Beta.

Alfa fattura 30.000 euro senza IVA a Beta.
Beta applica un ricarico ad es. del 10% (3.000 euro) e rivende il bene sul mercato italiano a 33.000 euro + IVA al 20% per un totale di 39.600 (prezzo finale). Beta dovrà poi versare all'Erario l'Iva a debito pari a 6.600 euro (non disponendo di alcuna IVA a credito sull'ecquisto).

Hp 2: acquisto con frode per interposizione della cartiera Gamma.

Alfa fattura 30.000 euro senza IVA a Gamma.
Gamma fattura l'auto a Beta a 28.000 + IVA al 20% (5.600 euro) per un totale di 33.600. Beta applica lo stesso ricarico di 3.000 euro e rivende il bene sul mercato italiano a 31.000 euro + IVA al 20% (6.200 euro) per un totale di 37.200 (prezzo finale). Sul mercato l'auto viene offerta dunque ad un prezzo inferiore di ben 2.400 euro rispetto alla prima ipotesi. Beta dovrà versare poi all'erario l'IVA a debito pari solo a euro 600 (differenza tra IVA a debito pari a euro 6.200 - IVA a credito pari a euro 5.600). Il debito IVA della cartiera Gamma, pari a euro 5.600 non verrà invece mai versato all'Erario, con correlato danno per lo Stato italiano e per l'Unione europea.

Con la frode, in sintesi:
- l'acquirente finale risparmia 2.400 euro;
- l'organizzazione criminale che gestisce la cartiera guadagna comunque 3.600 euro;
- l'operatore commerciale che vende al pubblico guadagna ben 8.600 euro (3.000 + 5.600);
- lo Stato perde 5.600 euro.

12/11/2010





        
  



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