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Italia Nostra: Paesaggi Sensibili-Paesaggi di Costa-Terza Campagna Nazionale 2010

San Benedetto del Tronto | I problemi della Riviera delle Palme di San Benedetto del Tronto. La villa Cerboni- Rambelli. La maxi-variante e la proposta della “ grande opera “ della Fondazione Carisap.

Il parco della villa Cerboni

Anche la Sezione ascolana di Italia Nostra ha voluto dare il suo contributo, discutendo delle problematiche riguardanti la tutela e valorizzazione della Riviera delle Palme.

Abbandonato il terreno della semplice critica, la Sezione ha voluto far prevalere un atteggiamento propositivo, proponendo , anche per questa preziosa parte del territorio piceno, la realizzazione di un Distretto Culturale, quello appunto della Riviera delle Palme, sulla falsariga della proposta formulata per il Distretto Culturale di Ascoli Piceno.

In attesa vengano completati i lavori già avviati, appare opportuno segnalare le tante criticità poste in evidenza , in maniera emblematica, dalla relazione presentata e dalle diapositive proiettate nel corso dell'incontro tenuto nella Libreria Rinascita di Ascoli Piceno il 21 ottobre u.s. .

In particolare è apparsa confermata drammaticamente l' eccessiva proliferazione edilizia, per lo più di seconde e terze case, che in maniera spesso disordinata ha consentito l'occupazione di quasi tutte le parti pianeggianti del territorio del comune rivierasco e la progressiva cementificazione della preziosa e delicata quinta collinare.

Proliferazione che ha consentito spesso anche il cambio di destinazione di molte strutture alberghiere trasformate in seconde case o residence, con grave danno per le attività economiche di tipo turistico della riviera. Senza dimenticare, poi, la demolizione del Cinema Calabresi, vera e propria memoria storica della cultura locale e punto di incontro insostituibile della comunità sanbenedettese, trasformato in appartamenti anonimi, con un danno gravissimo per l'immagine e la vita di relazione e culturale cittadina.

Un altro aspetto che l'incontro ha evidenziato è la cortina quasi continua , composta da reticolati e costruzioni varie, che si frappone tra il fascinoso lungomare e la spiaggia, che, in concreto, appare quasi inaccessibile e di cui risulta difficile persino la fruizione visiva.

Da qui l'esigenza che si dia avvio ad un azione di restauro e recupero, che possa permettere uno sviluppo più equilibrato, ecocompatibile e lungimirante, interrompendo immediatamente tutte le azioni e gli interventi che consentono l'occupazione delle residuali aree ancora libere del territorio cittadino, con il contestuale impegno a rendere libero , nei limiti del possibile , la visione e fruizione del mare e a tutelare rigorosamente quei pochi angoli e le strutture , ancora presenti e che adeguatamente recuperati, potrebbero contribuire alla valorizzazione di un costa così pregiata, che merita un trattamento migliore di quello che le è stato sin qui riservato.

Il primo riferimento va alla condizione in cui versa la Villa Cerboni Rambelli, completamente inaccessibile, chiusa da una parte da un'alta muraglia, dall'altra da una serie di costruzioni che quasi soffocano lo storico edificio e il parco che lo circonda.

In realtà non si conoscono le reali condizioni in cui versa la villa. Peraltro, se si osserva lo stato pietoso del parco, evidenziato dalla foto allegata, non si possono nutrire speranze ottimistiche per la prestigiosa costruzione.

La Sezione propone che si ponga finalmente termine a questo scandalo e che si proceda finalmente al restauro e recupero di questo spazio, così importante per il territorio di San Benedetto, che dovrebbe diventare il fulcro di un civile percorso verde che colleghi la parte nord del territorio cittadino con quella sud e la parte ovest con quella est sino al lido del mare.

E ‘ evidente che una simile scelta si pone in una posizione di netta contrapposizione con la eventuale scelta di rendere edificabili le residue aree libere della parte sud di san Benedetto, consentendo la costruzione di circa 300 mila metri cubi di altri edifici, per ottenere in cambio l'area da assegnare alla Fondazione per la realizzazione della prevista grande opera architettonica.

Insomma, per ottenere un beneficio, si autorizzerebbe la distruzione di altro territorio irripetibile e pregiato in un una città che ha già consumato quasi tutti gli spazi disponibili.

A nostro parere queste scelte si rivelerebbero come un autentico disastro per la città e per il suo sviluppo futuro. Certo, è giusto che l'opera venga realizzata. La stessa, a nostro parere, deve essere costruita in un grande parco, salvaguardando tutte le residuali aree libere ancora disponibili.

Eventualmente, la Fondazione potrebbe destinare una parte dei fondi, che intende investire, per acquistare l'area dove realizzare l'opera. In questo modo l'Amministrazione Comunale non si vedrebbe costretta ad approvare la maxi variante di cui si discute.

Se tutto si dovesse realizzare nei modi da noi auspicato, si creerebbero le condizioni per dotare la città rivierasca di una struttura autenticamente innovativa, specie se la stessa rispetterà quei canoni e quelle modalità costruttive proprie di una architettura ecocompatibile, non energivora e futuribile, con caratteristiche simili a quelle che contraddistinguono le opere realizzate a Trento e negli Stati Uniti da Renzo Piano.

A parte vanno fatte alcune considerazioni su quello che potrebbe contenere questa importante opera architettonica. Si è parlato di un Auditorium, di un Centro Congressi, di un Residence per lungo degenti o cose del genere.

La nostra proposta è che questa opera si inserisca nel progetto di un nuovo modello di sviluppo della Riviera delle Palme e diventi il punto di riferimento di tutte le idee nuove in grado di favorire forme più civili e innovative di sviluppo nel rispetto più rigoroso della natura e del paesaggio.

Dedicando , magari, questo avveniristico edificio alla "Civiltà dell'Adriatico", con il coinvolgimento in questa iniziativa dei talenti più creativi in grado di formulare proposte e progetti innovativi ed esaltanti.. Insomma una struttura viva, un vero e proprio laboratorio che ponga la città della Riviera delle Palme al centro di quel progetto, in fase di studio e si spera di realizzazione, della Macro Regione Adriatico Ionica.

Su queste proposte si dovrà aprire un ampio dibattito, si dovranno favorire dei confronti, evitando,così, di realizzare un' opera qualsiasi senza significato, che rimanga la solita cattedrale nel deserto. Ricordando che le risorse ( compreso tra queste il territorio ) sono drammaticamente insufficienti e non si può continuare a sprecarle inutilmente.

 

 

15/11/2010





        
  



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