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Urbanistica, che confusione in Comune

San Benedetto del Tronto | I tecnici della Provincia di Ascoli evidenziano perplessità sulla Variante al PRG approvata dal Consiglio Comunale nel 2007. Bruno Gabrielli: "La Provincia mi ha dato ragione. Ora l'Amministrazione Comunale faccia chiarezza altrimenti andrò in Procura".

di Marco Braccetti

Il Comune di San Benedetto

La Variante all'art. 48 del Piano Regolatore Generale approvata lo scorso luglio potrebbe tornare all'esame del Consiglio Comunale. Nel testo della delibera ci sono alcuni passaggi che non convincono i tecnici della Provincia di Ascoli, chiamati per legge ad esprimersi sulle scelte urbanistiche delle Amministrazioni Comunali. Passaggi che non convincevano neanche il Capogruppo di Forza Italia Bruno Gabrielli. "Da tempo ponevo dei forti dubbi su quell'atto. Le mie eccezioni sono state riprese pari pari dalla Provincia che ne ha evidenziato la bontà e la fondatezza", afferma con non poca soddisfazione l'azzurro.

Vediamo di ripercorrere brevemente quant'è successo. Il 29 aprile 2008 il Comitato Provinciale per il Territorio* aveva analizzato gli atti arrivati dal Comune riguardanti la Variante all'art.48 in via d'approvazione. Il lavoro formulato dai tecnici provinciali è stato inviato alla Giunta Provinciale perché esprimesse un parere. La Giunta il 5 maggio 2008 aveva rilevato 11 prescrizioni e le aveva ‘rispedite' al Comune per gli approfondimenti del caso. Il Consiglio Comunale l'11 luglio 2008 ha approvato una Delibera che prendeva atto delle osservazioni provinciali senza entrarvi nel merito. In particolar modo non è stato chiarito il punto riguardante la verifica degli standard.

Per chi non fosse ferrato in materia urbanistica diciamo che gli standard sono limiti inderogabili di densità edilizia, di altezza, di distanza tra i fabbricati e i rapporti massimi tra spazi destinati agli insediamenti residenziali produttivi e spazi pubblici o riservati alle attività collettive, al verde pubblico o a parcheggi da osservare ai fini della formazione dei nuovi strumenti urbanistici o della revisione di quelli esistenti. "Gli standard sono le fondamenta senza le quali non può essere costruito alcun discorso in materia urbanistica", taglia corto Gabrielli.

Il Decreto Ministeriale 1444/68 e la Legge Regionale 34/92 fissano il limite minimo degli standard a 18mq per abitante. Il Piano Regolatore Generale vigente ha uno standard di 24,65 mq per abitante. La Variante approvata in luglio dal Consiglio intacca pesantemente lo standard, portandolo a 20,34mq. Ma questo sarebbe un numero non corretto, perché calcolato su basi inesatte.

Qual è il punto focale del problema? Cerchiamo di semplificare per non imbatterci in astrusi tecnicismi. Con la Variante, aveva spiegato il sindaco Gaspari durante la seduta del Consiglio Comunale del 30 luglio, l'amministrazione comunale intende salvaguardare gli standard per verde e servizi, in vista della stesura del nuovo PRG. Dopo la decadenza dei vincoli sulle aree destinate a verde e servizi (67 aree, per un totale di circa 93 ettari), l'atto fa leva sulla sentenza della Corte Costituzionale n. 179 del 1999, che rispetto alla procedura sin lì seguita dei costosi (e anzi insostenibili) espropri delle aree verdi, apre la possibilità, per la Pubblica amministrazione, di ottenere gratuitamente quelle aree, tramite accordi con il privato. E qui sta il probabile errore. Secondo gli studi della Provincia su quelle aree può intervenire esclusivamente l'ente pubblico. I privati non possono entrarci. Ciò farebbe di esse delle ‘zone bianche' non computabile nel conteggio degli standard. Escludendo dal computo quelle zone si andrebbe sotto il tetto minimo di 18mq per abitante previsto dalla egge. Si avrebbe quindi un effetto domino negativo sulle scelte portate avanti dall'Amministrazione Gaspari in materia urbanistica.

La richiesta finale espressa dal CPT è pensante come un macigno, ed ha il sapore dell' ‘azzerate tutto e ricominciate daccapo', ma leggiamo testualmente: "I motivi di dubbio ed incertezza sulla correttezza dell'atto ci sembrano del tutto evidenti ed alla luce di quanto sopra descritto i membri del CPT chiedono il riesame dell'atto in oggetto per le verifiche del caso". Della serie: si torni in Consiglio.

Alla luce di questi ultimi ed in un certo verso clamorosi sviluppi Gabrielli avanza alcune richieste: "Pretendo che venga fatta chiarezza. - afferma Gabrielli rivolgendosi all'Amministrazione Comunale sambenedettese - Si proceda quanto prima al riconteggio degli standard, altrimenti mi vedrò costretto a percorrere strade diverse da quelle politico-istituzionali e mi rivolgerò direttamente alla Procura della Repubblica".

All'Amministrazione Provinciale - e segnatamente all'assessore all'Urbanistica Antonio Canzian ed al Dirigente di Settore Ivano Pignoloni - il forzista lancia un appello, chiedendo di verificare che l'Amministrazione Gaspari esplichi tali verifiche: "Mi auguro che gli amministratori provinciali vorranno espletare il loro ruolo e le loro funzioni sino in fondo, non facendo figli e figliastri a seconda del colore politico".

*Il Comitato Provinciale per il Territorio (CPT) è un organo consultivo della Provincia, esprime parere obbligatorio, ma non vincolante, sugli strumenti urbanistici generali comunali, sui regolamenti edilizi e sulle loro varianti. E' composto - tra gli altri - da quattro esperti in pianificazione territoriale eletti dal Consiglio Provinciale

15/11/2008





        
  



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