"Nei  concorsi pronostici connessi al campionato italiano di calcio  non possono essere inserite nello stesso concorso quelle Società che siano controllate, anche per interposta persona, da  una persona fisica o giuridica che detenga una partecipazione di  controllo di altra società".

 

Così recita l'articolo 2 della legge 208/2003 al quale si è attenuto un giudice di pace napoletano annullando il concorso Totogol n.12 del 2 novembre 2003, dove erano presenti, in una sola schedina, Perugia, Sambenedettese e Catania, tutte squadre riconducibili alla famiglia Gaucci.

 

Con questa sentenza gli scommettitori hanno diritto alla restituzione della somma giocata, oltre alle spese processuali. Sono stati proprio loro a presentare ricorso, ed a pretendere anche la restituzione delle vincite da parte dei più fortunati.

 

Legalmente tutto giusto. Ma viene da chiedersi come mai quegli scommettitori abbiano ugualmente accettato di giocare quella schedina, rendendosi conto della situazione poco chiara soltanto dopo non aver cavato un ragno dal buco.