Arrivano le prime  reazioni ai sequestri di latte per l’infanzia della Multinazionale Nestlè, operati in Italia dalla Guardia Forestale su delega della Procura di Ascoli. Il latte era risultato contaminato dallo IsopropilThioXantone (ITX), sostanza chimica utilizzata nel fissaggio della stampa dei TetraBrick.

Secondo indiscrezioni in merito alla questione, la Procura di Ascoli avrebbe aperto un fascicolo, il cui  capo d’imputazione sarebbe la “messa in commercio di alimenti adulterati” ai sensi dell’art. 5 Legge Speciale 283/62. Sempre da fonti non ufficiali, non sarebbe stata ancora esclusa l’ipotesi di reato penale.

Dal canto suo la Multinazionale, in una nota, fornisce rassicurazioni in merito all’aver ritirato tutte le confezioni a rischio e relativamente alla non pericolosità della sostanza in questione.

Nonostante queste dichiarazioni, si cominciano a registrare da più parti le prime reazioni ad una vicenda che, da fatto locale, è da qualche ora saltata alla ribalta della cronaca nazionale.

Tra queste salta agli occhi il commento al vetriolo del leader dei Disobbedienti napoletani Francesco Caruso che invita a rilanciare la "campagna di boicottaggio" nei confronti della società.

Da Coldiretti arriva invece un messaggio, sicuramente più pacato, teso ad intensificare i controlli nel settore alimentare, determinante per la salute dei cittadini. "Con un aumento di prezzo fino a 16 volte nel passaggio dalla stalla al biberon – afferma Col diretti -  è particolarmente grave che vi siano dubbi sulla qualità finale del latte messo in vendita".

E su controlli e salute mette in guardia l’Associazione dei Consumatori. È proprio da Legaconsumatori.it che si apprende una vicenda che sinistramente richiama gli odierni sequestri, che secondo la Legaconsumatori delle Acli, “solleva importanti questioni sull'etichettatura e la promozione dei sostituti del latte materno nel nostro paese”.

Questa le vicenda diffusa dalla Legaconsumatori: “un neonato di cinque giorni, nato sano a Aalst in Belgio e alimentato con latte Beba 1 della Nestlé, muore per un infezione da Enterobacter sakazakiia, germe che vive nel latte in polvere. Il mese successivo, la FDA (US Food and Drug Administration) diffonde un’avvertenza: il 14% di un campione di latte in polvere era risultato contaminato dallo stesso germe. Sette settimane più tardi, il 2 Maggio, l'Agenzia Federale per la Sicurezza Alimentare del Belgio, come misura precauzionale, decide di ritirare dal commercio le confezioni sospettate di contaminazione. Anche Svizzera e Lussemburgo decidono il sequestro del lotto di latte sospetto”.

È alla luce di questi fatti che Adiconsum e Lega Consumatori Acli Toscana avevano già chiesto “chiarimenti circa l'adeguatezza dei sistemi di vigilanza commerciale adottati dal Sistema Sanitario Nazionale nei confronti del latte in polvere per neonati”.
 
Nel frattempo anche dal mondo della finanza i primi segnali. Da Londra la notizia che le azioni Nestle' hanno infatti segnato un calo dello 0,6% in Borsa dopo la notizia del maxi-sequestro.