Nuovi chiarimenti sui fattori critici che la realizzazione della centrale di gas in zona Agraria andrebbe a produrre. È stata illustrata stamattina 23 novembre dal sindaco di Minerbio, Lorenzo Minganti l'attività trentennale di stoccaggio dell'impianto sorto nel 1954 nella città da lui amministrata, colpita tra l'altra da due scosse sismiche lo scorso maggio senza alcuna conseguenza sulla centrale.

"Dal 1980 è iniziata l'attività di stoccaggio vera a propria. Ogni sei mesi la roccia viene svuotata e riempita; questa fase è esposta a criticità: - spiega il primo cittadino del Comune emiliano - emissioni di metano, conformazione dei metanodotti a servizio dell'impianto e rumore prodotto". Le condutture per quanto riguarda San Benedetto sarebbero più lineari di quelle di Minerbio grazie alle caratteristiche favorevoli del sottosuolo della città costiera.

Un ordine di tre problematiche alle quali le istituzioni sono impegnate a rispondere raccogliendo e diffondendo nuovi dati: nel pomeriggio di oggi infatti c'è stato un nuovo incontro tra la commissione presieduta da Giuseppe Cappelli e l'amministrazione mentre lunedì 26 novembre sarà discussa in consiglio comunale la delibera relativa alla tutela ambientale.

Presa di distanza dall'atteggiamento attendista di Gian Mario Spacca da parte di Giovanni Gaspari: "È vero che le decisioni spettano al Ministero; noi amministratori locali però teniamo a fornire il maggior numero di garanzie e informazioni ai cittadini".

La trasparenza nel rapporto tra le parti, non sempre riscontrabile nel caso di San Benedetto, è un ulteriore motivo di garanzia di sicurezza. A Minerbio, conclude Minganti, l'impianto è gestito dalla Stogit, azienda italiana appartenuta all'Eni, i cui tecnici sono sempre presenti sul territorio.