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La rabbia dei lavoratori Foodinvest: “garantiamo alti fatturati, Malavolta venda se non ce la fa”

San Benedetto del Tronto | L’assessore regionale Agostini: “la Vallata del Tronto non sia terra di conquista”. Domenica 12 dicembre iniziativa con istituzioni e sindacati

di Giovanni Desideri

Sciopero spontaneo di un’ora allo stabilimento Foodinvest di Porto d’Ascoli, dalle 12 alle 13. I lavoratori fuori dai cancelli sono esasperati: “Malavolta ha acquistato lo stabilimento nel 2001 dalla Nestlè – ricorda uno dei lavoratori – Da allora siamo passati da 165 occupati a 113 più 21 stagionali. Nonostante questo garantiamo la stessa produttività. E Malavolta ci accusa di essere assenteisti e improduttivi. Chiediamo più rispetto! Se Malavolta non ce la fa può sempre vendere. Così forse avremo un vero imprenditore, e non qualcuno che compie operazioni puramente finanziarie. Gli acquirenti non mancano oggi come non mancavano nel 2001, quando lui fece di tutto per rilevare l’attività.”
 
“Malavolta ha incontrato l’assessore regionale Ugo Ascoli e quello provinciale Emidio Mandozzi – dice Piero Luciani della Flai-Cgil – annunciando a loro ma non ancora ai sindacati la sua volontà di modificare il tipo di contratto da industriale ad agricolo, ovvero di ridurre le tutele per i lavoratori. Ha anche annunciato che in futuro ricorrerà di più agli stagionali. La verità è che non c’è un piano di rilancio industriale per questo stabilimento. Di fronte a tutto questo non possiamo rimanere inermi. Dal 2001 Malavolta non ha tenuto fede a nessuno degli impegni presi: né quello di acquisire lo storico marchio Surgela, né quello di fare investimenti per rilanciare l’attività. Si è dimostrato imprenditore assolutamente non credibile, che fa solo i suoi interessi sulle spalle dei lavoratori, chiedendo solo precarizzazione e riduzione dei costi, bloccando il turnover e incentivando la fuoriuscita dei lavoratori. Alla fine ne risentirà la qualità dei prodotti, per tutelare la quale chiediamo di ripartire dalla qualità imprenditoriale.”
 
“Da tempo chiedevo che nella Vallata del Tronto intervenissero imprenditori locali – dice da parte sua l’assessore regionale al bilancio Luciano Agostini – Quando invece intervengono le grandi multinazionali, dapprima ci sono promesse e magari alcuni investimenti, poi tutto si ridimensiona. Non possiamo più essere territorio di conquista. Porto d’Ascoli è il più grande centro di trasformazione alimentare d’Italia. Si tratta di un settore che non solo non è in crisi, ma è addirittura in crescita, al contrario di quanto avviene in altri come il calzaturiero. Per questo non è razionalmente credibile il ridimensionamento aziendale che propone Malavolta. Il suo piano non è assolutamente convincente. Cercheremo di ragionare. La Regione dispone di molte politiche di sostegno, ma per chi vuole espandersi, non per effettuare contrazioni. Ritengo che anche qui dovremmo puntare sui distretti, collaborando con il COICO, come si è fatto per il mobile o la meccanica in altre zone delle Marche.”
 
Alberto Andreani della Cisl insinua qualche sospetto: “Malavolta incontra le istituzioni e non i sindacati. Non ci dice quali sono le ragioni per le quali questa azienda andrebbe male. Nell’ottobre del 2001 incontrammo la Nestlè presso la sede dell’Associazione Industriali di Ascoli. Ci venne comunicato che Malavolta aveva acquistato lo stabilimento di Porto d’Ascoli. Nell’ottobre del 2002 fummo convocati di nuovo. La Nestlè ci disse stavolta che non si era trattato di acquisto, ma di affitto, essendo ancora attivi alcuni mutui Feoca. Chiedo di sapere se nel frattempo fosse stata data comunicazione alla Consob: acquisto o affitto?”.
 
Per il 12 dicembre, infine, i lavoratori e i rappresentanti sindacali annunciano un confronto presso l’auditorium annesso al Comune di San Benedetto (o presso il Centro Agroalimentare: la sede deve ancora essere decisa), cui parteciperanno Agostini, Mandozzi, rappresentanti della Camera di Commercio, del COICO e il segretario nazionale del Fai-Cisl Gianni Pastrello.

25/11/2004





        
  



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