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Intervista ad Emidio Greco, regista ospite di Frammenti

| FALCONARA MARITTIMA - Sarà ospitato venerdì 26 novembre alle 21.15, presso la Biblioteca francescana di Piazza S. Antonio, durante la rassegna culturale organizzata dall’Amministrazione comunale

I “Frammenti” di indisciplina proposti dal Comune di Falconara Marittima continuano con una serata dedicata al “Cinema dissidente”. Venerdì 26 novembre alle 21.15, presso la Biblioteca francescana di Piazza S. Antonio, la rassegna culturale organizzata dall’Amministrazione comunale ospita il regista Emidio Greco.

Suo il film Una storia semplice, tratto dal romanzo omonimo di Leonardo Sciascia che, presentato in concorso alla Mostra di Venezia ’91, riceve il “Leone d’oro” per l’interpretazione di Gianmaria Volonté. Nel 1998 Milonga ottiene il “Globo d’oro” grazie alla performance di Giancarlo Giannini. Nel 2001-2002 realizza Il Consiglio d’Egitto, fuori concorso al festival di Montreal, che viene proiettato in diverse kermesse nazionali e internazionali. In attesa di incontrarlo, lo abbiamo intervistato:

Come è strutturata la serata di domani?
Pensavo di presentare tre film, magari attraverso alcuni spezzoni di pellicola per richiamarli alla memoria:  “L’avventura” di Antonioni, “La dolce vita” di Fellini e “Fino all’ultimo respiro” di Godard. Del cinema dissidente do un’interpretazione larga, soggettiva, non necessariamente politica o sociologica.

Fra i registi contemporanei, chi giudica il più dissidente?
David Linch. Il difficile, comunque, è capire dissidente rispetto a chi…

E fra i resgisti regista italiani, che è  più dissidente?
Nel passato direi Antonioni, ma anche Rossellini.  Per quello che può valere, temo che anche il sottoscritto abbia fatto la sua parte.

Qual è lo stato di salute del cinema italiano?
Il cinema italiano da qualche anno mostra a mio avviso una incoraggiante vivacità, soprattutto in autori molto giovani. Se lo dico io, che non mi piace quasi niente… C’è in Italia un gruppetto di 4/5 registi under 40 che non ha nessuno in Europa. Sorrentino, Garrone, Crialese, Marra… D’altro canto, però, la situazione del cinema italiano a livello economico è drammatica. Non ci sono soldi e il mercato è caratterizzato da strozzature e storture incredibili, è distorto. Ne “Il consiglio d’Egitto” e “in Una storia semplice” lei si è ispirato a due libri di Sciascia.

Come mai questa passione per l’autore siciliano?
Perché in Sciascia ho trovato temi che mi sono molto congeniali e un atteggiamento di fronte a certi argomenti che mi è molto vicino. Certo è considerato da tutti un autore di impegno civile, ma non solo, altrimenti non sarebbe così grande. Di lui mi ha interessato il suo tentativo di conciliare due aspetti che appaiono inconciliabili: la tensione morale, etica nel cercare il senso e la ragione nelle cose e il totale disincanto ad approdare alla verità.

 

25/11/2004





        
  



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