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Raccolta differenziata: Mergo, Camerino, Macerata, Montefano i comuni più virtuosi delle Marche

| ANCONA - Amagliani: “Un dato incoraggiante, ma l’obiettivo prioritario resta la riduzione dei rifiuti”

comuni ricicloni

Mergo,Camerino, Macerata, Montefano: sono questi i Comuni delle Marche  che si sono  maggiormente distinti  nella raccolta differenziata dei rifiuti, con indici compresi tra    il 37,8  e il  32,2 per cento.  E’ quanto risulta dalla seconda edizione del premio  “Comuni ricicloni” organizzato dalla Legambiente regionale in collaborazione con la Regione Marche e  con l’Arpam, Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente.

Secondo i dati della ricerca  condotta sui  136  comuni della regione che hanno aderito  all’iniziativa, Mergo,  con il 24,7 per cento,  è il comune con il  più elevato valore  di raccolta della carta,seguito da Castorano,Macerata e  Camerino; per quanto riguarda la raccolta di vetro e alluminio  al primo posto risultano Poggio San Marcello (11,7 per cento), Montelupone, Potenza Picena e Macerata, mentre per plastica e per i rifiuti  organici in pole position  sono Camerano (18,8 per cento), Potenza Picena, Montelupone ed Esanatoglia.

Una menzione speciale,infine,  per il comune di  Ostra  che  ha  ridotto  considerevolmente la produzione dei consumi.

I risultati dell’indagine sono stati commentati positivamente dall’assessore regionale all’ambiente, Marco Amagliani:”Negli ultimi anni  c’è stato un aumento  significativo della raccolta differenziata, basti pensare  che  nel ’96  il dato della  raccolta differenziata era appena del  3,5 per cento,mentre oggi siamo al 20 per cento. Questo dimostra  l’efficacia della politica  sinora perseguita dal governo  regionale.

Ma gli obiettivi  prioritari restano il raggiungimento del 35 per cento stabilito dal decreto Ronchi, mediante   la sensibilizzazione dei cittadini e l’incoraggiamento degli enti  locali ad uscire dalla  pigrizia amministrativa, e la riduzione  dei quantitativi dei rifiuti prodotti.” Quantitativi  che,in base alle statistiche ufficiali,  nelle Marche si aggirano intorno ai 400 chili l’anno per ogni abitante: “Un dato  ancora troppo elevato  che, se non ridotto, rischia di inficiare  - ha  precisato  – qualsiasi politica di recupero e  di smaltimento dei rifiuti”.

Ma per il raggiungimento degli obiettivi prefissati occorre anche – è stato sottolineato – dotare tutto il territorio dell’impiantistica  necessaria, superare il ritardo  dei comuni nella  formazione dei consorzi  previsti dalla legge regionale: attualmente   nelle  Marche  opera un solo consorzio, il Cosmari, in provincia di Macerata al quale aderiscono 57 comuni; due consorzi sono in fase di formazione in provincia di Ancona, mentre nelle province di Ascoli e di Pesaro-Urbino manca del tutto qualsiasi struttura consortile.  Un netto miglioramento nella raccolta dei rifiuti  si otterrà anche  dal passaggio, previsto per il prossimo anno, dall’attuale  regime di  tassazione  basato sulla superficie delle abitazioni   a quello  incentrato sul quantitativo di rifiuti effettivamente  prodotti.

Per  Luigi Quarchioni, presidente della Legambiente Marche la ricerca  evidenzia alcuni elementi positivi, come   l’incremento medio del 5 per cento  nella raccolta dei rifiuti rispetto all’anno scorso;  ma il dato medio  del 20 per cento resta ancora molto al di sotto di quello delle regioni più avanzate del Nord. “Siamo orgogliosi dell’iniziativa – ha commentato Marco Francalancia, della Legambiente, curatore della ricerca, ma  non va dimenticato che    gran parte di piccoli  comuni  non ha ancora raggiunto al soglia del  10 per cento della raccolta differenziata”. 

Soddisfatto  Carlo Migliorelli, assessore all’ambiente della Provincia di Macerata, la più virtuosa delle Marche inn base ai risultati dell’indagine.  ”I dati sono molto buoni rispetto allo scenario non solo regionale ma anche nazionale: merito del Cosmari che ha favorito la pianificazione della raccolta differenziata. Gli obiettivi sono l’incentivazione della raccolta “porta a porta”, progetto già avviato  nel centro storico di Macerata per quanto riguarda  i rifiuti organici, la    riduzione  dei  rifiuti  prodotti con il riutilizzo, ad esempio, degli imballaggi riciclabili, dei cosiddetti “vuoti a  perdere”-  bottiglie di vetro e lattine -  attuando una politica basata su un modello di sviluppo che contrasti decisamente la dannosa pratica della termovalorizzazione”.

Gisberto Paoloni, direttore  generale dell’Arpam, ha sottolineato l’esigenza di migliorare il catasto dei rifiuti, struttura di raccolta e verifica dei dati interna all’Agenzia, di garantire un adeguato supporto  tecnico-scientifico ai comuni, specie quelli più piccoli,  organizzando corsi  di formazione per il personale  che si occupa della gestione dei rifiuti.

26/11/2004





        
  



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