La provincia di Ascoli ha vissuto oggi un momento internazionale con la visita di una delegazione del Governo metropolitano della città di Caracas composta dai consiglieri Inmer Ruiz, Celina Vegas e Carmen Zerpa. I tre amministratori sono infatti in Italia per una serie di iniziative in campo sociale ma non hanno voluto mancare l’occasione di inserire nella missione una tappa di poche ore nel Piceno, alla luce del protocollo d’intesa siglato lo scorso ottobre in Venezuela tra la Provincia e la capitale del Paese latino-americano.

I tre esponenti della municipalità della capitale venezuelana (che conta oltre 7 milioni di abitanti) e il presidente della Provincia Massimo Rossi hanno colto l’occasione per illustrare in una conferenza stampa svoltasi alla Cartiera Papale (dove si è conclusa la visita) i contenuti dell’intesa.

Si tratta di una collaborazione che riguarda quattro assi principali: le attività culturali di reciproco scambio tra gli immigrati residenti ed i loro discendenti di Ascoli Piceno e Caracas, lo sviluppo e la valorizzazione dei distretti industriali, la Protezione Civile e le relazioni politiche-istituzionali in tema di democrazia partecipata.

“Il protocollo costituisce un’opportunità importante per la crescita delle nostre imprese chiamate a trasferire “know-how”, tecnologie e formazione – ha sottolineato il presidente Rossi – inoltre sono molto forti i legami affettivi e di parentela tra gli italiani della nostra comunità e i venezuelani per il fenomeno dell’immigrazione che lega profondamente le realtà del Piceno e di Caracas”.

“Porgiamo il cordiale saluto del sindaco Jaun Barreto Cipriani che considera la Provincia di Ascoli Piceno un partner strategico per la città di Caracas – ha affermato il consigliere Ruiz – siamo molto interessati allo scambio di esperienze in materia di distretto industriale per favorire lo sviluppo endogeno delle nostre piccole-medie imprese e l’apprendimento di tecniche in tema di Protezione Civile: la città di Caracas è infatti spesso colpita da eventi climatici che si combinano con il dissesto idrogeologico”.