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I lavoratori della Barilla martedì sciopereranno otto ore

Ascoli Piceno | Contro la legge finanziaria ed a sostegno della vertenza sindacale di Gruppo che vede a rischio di chiusura alcuni stabilimenti del Sud e ben 230 posti di lavoro. Deciso anche il blocco di ogni forma di flessibilità e di straordinario

di segreteria della Cgil

I lavoratori della barilla di Ascoli Piceno solidarizzeranno con i loro colleghi di Matera, Foggia e Termoli (interessati da una ristrutturazione aziendale che sta mettendo a rischio 230 posti di lavoro) bloccando la produzione di sabato ventisette novembre.
 
Con le segreterie provinciali e nazionali di categoria che unitamente al coordinamento delle Rsu del Gruppo hanno deciso un pacchetto di otto ore di sciopero di cui quattro in aggiunta alle quattro già proclamate da Cgil, Cisl e Uil per martedì trenta novembre prossimo contro la legge Finanziaria.
 
Una vera “prova di forza” quella intentata dalla Barilla, con l’azienda ascolana che ha provato questa mattina a forzare il blocco della turnazione, ma i lavoratori fortemente convinti, uniti e coesi hanno subito risposto organizzando un presidio (pienamente riuscito) davanti ai cancelli della fabbrica di Campolungo tanto da costringere l’azienda a bloccare subito la produzione con diversi quintali di Pane Carrè gia prodotto ma che poi non è riuscita a confezionare per mancanza di personale sulle linee.
 
L’azienda era stata in precedenza avvertita da un comunicato delle Rsu della manifestazione di lotta in atto ma ha preferito andare allo scontro diretto con il sindacato e con i lavoratori contando sulla “sfaldatura” degli stessi.
 
I lavoratori della Barilla hanno invece dimostrato ancora una volta la loro maturità operaia e sindacale non solo astenendosi dal lavoro ma dimostrando una forte volontà di lotta, tanto che oltre un centinaio si sono radunati stamane davanti ai cancelli della fabbrica nell’ora del cambio turno, manifestando tutto il proprio disappunto per un comportamento aziendale che a distanza di un  anno dalla firma dell’accordo integrativo di gruppo che prevedeva forti investimenti in Italia, che ha presentato un piano di ristrutturazione che prevede forti tagli al personale e la chiusura degli stabilimenti al Sud.
 
Un presidio molto partecipato ma del tutto tranquillo, quello cui hanno dato vita i lavoratori della Barilla che ha visto la presenza anche dei segretari provinciali della categoria degli alimentaristi di fai/Cisl, Flai/Cgil e Uila/Uil.
 
Qualche energico “scambio dialettico” si è avuto solo quando la direzione aziendale è intervenuta presso i lavoratori con questi ultimi che compostamente non hanno risposto alle provocazioni.

28/11/2004





        
  



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