Questa mattina, venerdì, si sono incontrati presso la sala consiliare del Comune di San Benedetto il sindaco Gaspari, il presidente della Provincia di Ascoli Piceno Massimo Rossi, l’assessore comunale alle Politiche del mare Settimio Capriotti, quello provinciale ai Parchi Avelio Marini, e una cinquantina di vongolari, compresi i presidenti dei consorzi Covopi (San Benedetto) Vladimiro Campofilone e Cogevo (Abruzzo) Giovanni Di Mattia e il rappresentante Federpesca Tonino Giardini.

Le tappe per l’istituzione del Parco sono le seguenti: lunedì 6 novembre verranno presentate presso il ministero delle Politiche agricole le osservazioni sulla proposta di Parco. Successivamente, si pensa entro un mese, il ministero dovrebbe emettere una proposta di decreto istitutivo, che verrà ulteriormente discussa, prima di giungere al decreto definitivo. Il regolamento sul funzionamento del Parco, emanato a livello locale, sarà l’ultima successiva tappa.

«Il Parco Marino è una risorsa strategica per il futuro del nostro territorio», ha detto tra le altre cose il sindaco Gaspari, «Noi vogliamo investire sul mare, e trovare soluzioni intelligenti per preservarlo, ragionando tutti insieme». Anche il presidente Rossi ha invitato tutti a collaborare: «Ci sarà infatti un decreto emanato dal ministero», ha detto tra l’altro, «ma anche fondi da gestire a livello locale». Gli amministratori hanno inoltre evocato la possibilità di ottenere finanziamenti da parte della Comunità europea. Il prossimo incontro tra le parti è previsto il 10 novembre ad Ancona.

I vongolari stessi, d’altra parte, hanno chiesto di essere indennizzati nella misura in cui alcune zone verranno interdette alla pesca. Il Parco sarà diviso in quattro zone, dalla A alla D. Allo stato attuale, la zona A, a tutela integrale, viene proposta su un’area la cui lunghezza è stata ridotta da 14 a 7,4 km, ovvero il 16% del totale, all’altezza di Pedaso, di un territorio tra Cupra e Grottammare, e in corrispondenza della Riserva naturale della Sentina. Le zone D sono previste, tra l’altro, in tutto il territorio abruzzese. Sul Parco, in particolare sulle aree a tutela integrale, effettuerebbe ricerche scientifiche l’Ismar-Cnr di Ancona.

I vongolari temono una riduzione della loro attività, ma chiedono anche l’istituzione di un fondo per la bonifica dei fiumi e dei torrenti, il cui inquinamento rappresenta la principale minaccia alla presenza di molluschi nel mare.

Un altro fattore inciderà sulla gestione del Parco Marino, ovvero il numero di imbarcazioni che operano nel compartimento marittimo di San Benedetto, dove lavorano attualmente 53 vongolare. Altre 25, dello stesso compartimento, sono state “trasferite” nel sub-compartimento di Ancona, ovvero nell’area di Civitanova, dove sono confluite anche 19 imbarcazioni dal capoluogo regionale. Queste ultime hanno promosso un ricorso al Tar per chiedere l’annullamento del subcompartimento, ciò che determinerebbe il ritorno delle 25 vongolare sambenedettesi verso sud. L’8 novembre, a tal proposito, è previsto un incontro presso la Direzione generale della Pesca, presso il ministero a Roma, per cercare di arrivare ad una soluzione amichevole prima della sentenza del tribunale.