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Mandozzi: “Lo sciopero di oggi, un atto di civiltà"

Ascoli Piceno | "Un contributo al ristabilimento della democrazia partecipata nel nostro Paese, dove ad essere a rischio come conseguenza delle politiche scellerate e ‘peroniste’ di questo Governo, sono soprattutto le masse popolari."

di Emidio Mandozzi*

Oggi è dunque sciopero generale. Proclamato dalle Organizzazioni Sindacali contro la Finanziaria e per una diversa politica economica, la mobilitazione indetta da Cgil, Cisl e Uil ha trovato conferma alle sue motivazioni nelle scelte di un Governo che rischia di aggravare, invece che risolvere, le ragioni della devastante crisi economica che sta attraversando il Paese, con alcuni territori, tra i quali la nostra Provincia, che ne risentono maggiormente a causa di una debolezza del proprio tessuto economico e produttivo.

La Provincia di Ascoli Piceno ha perso, in due anni, un’azienda di 6.500 persone: ognuna con una propria storia lavorativa, ognuna con le proprie aspettative andate purtroppo disattese, così come i sogni – grandi e piccoli – di centinaia di famiglie che su quel reddito contavano e basavano tutta la loro vita e quella del futuro dei propri figli. Non basta allora dire che tutto ciò sia profondamente e drammaticamente ingiusto: bisogna agire, rimboccandoci le maniche, ognuno facendo la propria parte. Purtroppo senza poter contare, al momento, sull’aiuto di un Governo che si ostina ad essere insensibile e sordo ai richiami, qualche volta anche strazianti, della sua gente, della gente di questo nostro, nonostante tutto, bellissimo Paese, che non merita di essere trattato così.

Questa legge Finanziaria, giustamente definita dai sindacati profondamente sbagliata ed iniqua, così come del resto tutta la politica economica e non solo quella, che il Governo Berlusconi sta portando avanti dal 2001, peggiorerà le condizioni dei cittadini, così come non risolleverà purtroppo il Paese dalla crisi in cui si dibatte.

Una confusione imbarazzante, per i messaggi che si lanciano al Paese ed ai cittadini, e per l’approssimazione e la disinvoltura dimostrate con la manovra di riduzione delle tasse, dove a pagare la copertura di spesa saranno chiamati ancora una volta i soliti noti, ovverosia quelle masse di cittadini meno abbienti, o da lavoro dipendente. E tra questi, quelli del Pubblico Impiego, ancora senza contratto e con la prospettiva di un blocco del turn-over che rischia di sancire una profonda divisione sociale.

In questa Finanziaria non c’è traccia dei veri problemi del Paese, ad iniziare da quelli del Sud, da quel mezzogiorno d’Italia che continua ad essere completamente ignorato da una politica governativa che rifiuta sistematicamente di occuparsi delle vere questioni e delle condizioni della gente.

Non è solo nei confronti del sindacato che Berlusconi e i suoi manifestano assenza di rispetto e di dialogo. Lo stesso vale per Confidustria ed altre associazioni, per il mondo del volontariato e del terzo settore, per i movimenti. A maggior ragione vale per le istituzioni locali: Regioni, Province, Comuni. Quando tutti lamentano l’assenza di un minimo coordinamento tra i pilastri istituzionali della Repubblica, è del tutto evidente che scatta, tra i soggetti delle rappresentanza sociale e quelli delle istituzioni, l’esigenza di lavorare insieme. Un invito ai consigli comunali a presentare ed approvare ordini del giorno contro la legge Finanziaria e contro la politica deleteria di questo Governo.

(Vedi allegati)

*Vice Presidente Provincia di Ascoli Piceno,  Assessore alla Formazione Professionale e Politiche Attive del Lavoro

30/11/2004





        
  



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