“L’inserimento dei farmaci per la terapia del dolore in classe A, annunciato oggi dal ministro Sirchia,  - ha dichiarato Stefano Inglese, responsabile nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva - riporta il nostro Paese, almeno su questo terreno, al livello del resto d’Europa, dove la rimborsabilità di questi farmaci è garantita già da alcuni anni.

Questa decisione elimina, inoltre, la disparità esistente finora tra i cittadini in relazione alla Regione di residenza, visto che Toscana, Friuli Venezia Giulia e Veneto ne avevano già garantito la rimborsabilità”.

Resta da capire, ora, come assicurare al Paese quel salto di qualità nei confronti della terapia del dolore che sino ad oggi è mancato, nonostante i diversi interventi normativi di sostegno. “La legge del 2001, per la approvazione della quale ci siamo battuti – continua Inglese - non ha ancora prodotto i risultati sperati. La gran parte dei medici di medicina generale non ritira, ancora oggi, i ricettari speciali per la prescrizione degli oppioidi; per questo riteniamo sia necessario semplificare ulteriormente le prescrizioni di questi farmaci, magari abolendo i ricettari speciali”.

La formazione agli operatori, annunciata dal Ministro della salute, può rappresentare un passo avanti, a patto che essa sia resa obbligatoria almeno per alcune categorie, medici di medicina generale in testa, e che non resti una iniziativa isolata. E’ necessario introdurre percorsi di formazione all’interno delle facoltà di Medicina e di Scienze infermieristiche e prevedere appositi corsi post laurea, anche attraverso la istituzione di scuole di terapia palliativa. Infine, ma non in ordine di importanza, va resa obbligatoria la misurazione del dolore e la sua registrazione all’interno della cartella clinica.