L'integrazione sociale un problema di sempre. Non si tratta solamente di due entità culturali messe a confronto, sono in effetti due stili di vita separati e su cui difficilmente si trova uno spiraglio di luce, una situazione resa ancora più difficile dalle troppe diversità religiose.

Gli extracomunitari che vivono sul territorio fermano, lavorano all'interno delle aziende locali, ma poi non fanno niente di più per cercare di entrare nel tessuto sociale e la religione si dimostra ancora una volta un potente mezzo di divisione. "Secondo me l'integrazione non c'è – ha spiegato Alvaro Marcoaldi – queste persone vengono qui da noi, lavorano ma per il resto vivono all'interno della propria comunità. Io non ho nulla contro chi si comporta bene, chi rispetta le nostre leggi e il nostro modo di vivere, ma per il resto i rapporti sono piuttosto freddini".

Alcune attenuanti ci sono, o meglio possibilità di dialogo esistono soprattutto nei piccoli centri. "Nei paesi più piccoli come i nostri – ha spiegato Tiziano Natali – è più facile avviare rapporti di socializzazione. Stando a stretto contatto è più facile incontrarsi". Il problema sollevato dai più è comunque lo stesso, la religione rappresenta un grande elemento di divisione. Considerando la religione islamica, la gente va alla moschea, prega ma non saluta, non sanno cosa fanno, cosa dicono, resta tutto una grande incognita e questo provoca perplessità.