Riserva Naturale della Sentina: le ragioni del mio No
San Benedetto del Tronto | Intervento di Guido Castelli, consigliere regionale di Alleanza Nazionale
di Guido Castelli*
Martedì scorso il consiglio regionale ha approvato listituzione della riserva naturale della Sentina, con il voto contrario di Alleanza Nazionale. La proposta sottoposta al vaglio del consiglio regionale, infatti, si discosta almeno in due aspetti fondamentali dal deliberato con cui il Comune di San Benedetto (quello di Ascoli proprietario di 2/3 dellarea non è stato neppure coinvolto) aveva accordato il proprio consenso allistituzione della riserva.
Innanzitutto la composizione del comitato di indirizzo che doveva prevedere 5 membri (con prevalenza dei rappresentanti dei due comuni interessati) è stata modificata con laggiunta di un sesto membro di espressione regionale.
Un chiaro espediente per evitare che le rappresentanze dei Comuni detengano la maggioranza allinterno dellorgano, cui si aggiunge il non trascurabile rischio che lorgano stante il numero pari dei propri componenti sia destinato alla paralisi per mancanza di maggioranze in grado di prevalere nel caso di divergenze.
Ma quello che, a mio avviso, appare ancora più singolare è la disposizione regionale che stabilisce che i membri del comitato decadano contestualmente alla conclusione del mandato dellEnte designante. Nel 2006, dunque, i due membri del Comune di San Benedetto decadranno e, salva riconferma, il comitato perderà un terzo della propria rappresentanza con buona pace della continuità tecnico-amministrativa che dovrebbe confortarne loperato.
Due modifiche che tradiscono ancora una volta, in materia di riserve naturali, la volontà degli ambientalisti di sostituirsi alle comunità locali e di espropriarle del governo del territorio secondo la solita logica dirigista. Affidando la gestione del tutto alle solite associazioni ambientaliste che, grazie al solito profluvio di risorse pubbliche, diventeranno padrone del territorio.
Un territorio, nel caso della Sentina, di ben 180 ettari e di straordinario valore strategico per lintera vallata del Tronto il cui futuro verrà delegato alle solite vestali dellambientalismo regionale.
Vestali che da Ancona si dimostrano estremamente ossequiose della natura quando i vincoli devono essere imposti nel sud della Marche. Ma che perdono il proprio istinto protezionista quando magari si tratta di configgere con gli interessi della grande industria della provincia anconetana, come nel caso della raffineria di Falconara.
I concetti di salvaguardia del territorio, che sono sicuramente importanti e prioritari, dovrebbero sottendere, in realtà, ben altri atteggiamenti e, soprattutto, ben altre strategie di azione.
*consigliere regionale Alleanza Nazionale
Innanzitutto la composizione del comitato di indirizzo che doveva prevedere 5 membri (con prevalenza dei rappresentanti dei due comuni interessati) è stata modificata con laggiunta di un sesto membro di espressione regionale.
Un chiaro espediente per evitare che le rappresentanze dei Comuni detengano la maggioranza allinterno dellorgano, cui si aggiunge il non trascurabile rischio che lorgano stante il numero pari dei propri componenti sia destinato alla paralisi per mancanza di maggioranze in grado di prevalere nel caso di divergenze.
Ma quello che, a mio avviso, appare ancora più singolare è la disposizione regionale che stabilisce che i membri del comitato decadano contestualmente alla conclusione del mandato dellEnte designante. Nel 2006, dunque, i due membri del Comune di San Benedetto decadranno e, salva riconferma, il comitato perderà un terzo della propria rappresentanza con buona pace della continuità tecnico-amministrativa che dovrebbe confortarne loperato.
Due modifiche che tradiscono ancora una volta, in materia di riserve naturali, la volontà degli ambientalisti di sostituirsi alle comunità locali e di espropriarle del governo del territorio secondo la solita logica dirigista. Affidando la gestione del tutto alle solite associazioni ambientaliste che, grazie al solito profluvio di risorse pubbliche, diventeranno padrone del territorio.
Un territorio, nel caso della Sentina, di ben 180 ettari e di straordinario valore strategico per lintera vallata del Tronto il cui futuro verrà delegato alle solite vestali dellambientalismo regionale.
Vestali che da Ancona si dimostrano estremamente ossequiose della natura quando i vincoli devono essere imposti nel sud della Marche. Ma che perdono il proprio istinto protezionista quando magari si tratta di configgere con gli interessi della grande industria della provincia anconetana, come nel caso della raffineria di Falconara.
I concetti di salvaguardia del territorio, che sono sicuramente importanti e prioritari, dovrebbero sottendere, in realtà, ben altri atteggiamenti e, soprattutto, ben altre strategie di azione.
*consigliere regionale Alleanza Nazionale
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16/12/2004
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