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Bietti, da Radio3 ad Ascoli, nel nome di Chopin

Ascoli Piceno | Suggestiva lezione sul musicista di cui ricorrono i duecento anni dalla nascita.

di Giovanni Desideri

Giovanni Bietti

Il musicologo Giovanni Bietti ha affascinato il pubblico, giovedì 9 dicembre all'auditorium della Fondazione Carisap ad Ascoli, tenendo una straordinaria lezione sulla musica di Chopin, tra biografia, analisi musicale e sintesi delle due. Si trattava del secondo appuntamento della bellissima stagione organizzata dalla Società Filarmonica Ascolana (http://filarmonica-ascolana.blogspot.com), che prosegue nel 2011 con appuntamenti assolutamente da non mancare.

Spesso, e anche per una lezione come quella del prof. Bietti, si premette che "nei limiti di una sola conferenza (o di un articolo di giornale) non si può certo esaurire un tema come quello scelto". Ma i punti affrontati dal compositore e musicologo romano hanno dato al pubblico una piacevole impressione di "compiutezza", pur nella scelta di alcuni tra gli elementi tipici della musica di Chopin, illustrati con molti passaggi eseguiti al pianoforte, tratti da varie composizioni.

Tra questi elementi, la sua ammirazione per l'opera italiana e per Bellini in particolare. O il racconto della nascita del genere "notturno", dalla Sonata che fu poi detta "Al chiaro di luna" di Beethoven, al compositore irlandese John Field, a Chopin stesso, appunto, che elevò il genere vero e proprio ad immortale celebrità.

Chopin - ha raccontato Bietti - sfruttò immediatamente le importanti innovazioni tecniche apportate dai costruttori sullo strumento pianoforte: dalla maggiore estensione della tastiera all'introduzione dei pedali, al telaio in ghisa (e non più in legno).

Tutte novità che permisero di potenziare il suono, ma soprattutto di arricchirlo di armonici ed effetti suggestivi, dalle piene risonanze allo stesso impedimento di tali risonanze (e Bietti ha fatto l'esempio della celebre Marcia funebre, dalla Seconda sonata, in cui Chopin - e in seguito Mussorgsky in un brano dei suoi celebri Quadri di un'esposizione - ostacola il dispiegamento del suono, per un effetto esplicitamente ricercato). E questo mentre uno degli elementi più tipici della sua musica va in direzione opposta: l'arte come "trascendenza", verso un "altrove" evocato tenacemente, con passaggi lasciati risuonare, o frasi in sospeso, dissonanze, ecc.

Bietti ha parlato della fluidità e naturalezza della musica di Chopin; della testimonianza di George Sand, che fu sua compagna, la quale racconta sia della sua facilità nell'improvvisare pezzi già pronti e compiuti, sia delle penose difficoltà che il compositore aveva quando si trattava di riportare sulla carta i brani creati suonando. 

Ma Bietti ha pure sottolineato il rigore compositivo di Chopin, per esempio nell'uso del contrappunto. O l'essenzialità della sua scrittura, così moderna per molti aspetti. O il nuovo rapporto tra accompagnamento e melodia, fino alla sovrapposizione tra i due elementi, anticipando quel recupero del passato che fu parte importante nelle sperimentazioni del Novecento.

Tra i tanti meriti di Radio3 c'è anche quello di dare spazio alla divulgazione musicale, un compito sovente esaltato proprio dallo stesso Bietti (che la sera precedente, mercoledì 8, aveva invece parlato di Schumann a Montegranaro). Di fronte a simili bellissime serate di divulgazione musicale non è necessario lamentarsi delle lacune del sistema scolastico italiano, che trascura quest'arte e consegna i giovani all'età adulta nella placida non-conoscenza di Mozart & Beethoven.

Certo, le ore di "educazione musicale" nella scuola media potrebbero essere fruttuosamente utilizzate per un minimo di "gita d'istruzione" nella storia della musica. Ma il talento di Giovanni Bietti va lodato come un'eccellenza, e ancor di più il suo impegno, per le numerose serate come quelle di Ascoli e Montegranaro, organizzate in molti luoghi d'Italia.

17/12/2010





        
  



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