È in atto una grande mistificazione dove i proclami e le parole veicolano artatamente una distorta realtà dei fatti.

Per quanto riguarda la “Sorgente dei Monti Azzurri” la cui istanza di coltivazione risale al 1999, tutto l’iter è stato concluso, come dimostrato nell’interpellanza da me presentata il 3 dicembre scorso (si faccia attenzione alla data!). Ebbene, la conclusione del procedimento si è concretizzata con l’ultima conferenza dei servizi del 16 settembre 2004 dove tutti i convenuti di diritto (dirigente settore programmazione, avvocatura della Provincia, il Comune di Arquata, il presidente dell’Ato 5, la Asl, l’Arpam, il dirigente settore ambiente e il direttore del Parco Nazionale dei Sibillini) esprimevano parere favorevole al rilascio dell’autorizzazione al Consorzio Idrico Piceno, titolare dell’istanza, per l’imbottigliamento dell’acqua le cui analisi, esperite sia dall’Arpam che dall’Università di Camerino, rilevano le “ottime qualità oligominerali nonché le proprietà favorevoli alla salute”.

A questo punto sarebbe stato dovere morale oltre che amministrativo, il rilascio della conseguente autorizzazione; invece, colpo di scena, nella risposta alla mia interpellanza, l’assessore Marcaccio (con il quale era iniziata la pratica nella precedente amministrazione) per conto del presidente Rossi, comunica che in data 7 dicembre (quattro giorni dopo la presentazione della mia istanza) il presidente della Provincia riunisce il dirigente del servizio risorse idriche della Regione, il segretario dell’Autorità di Bacino regionale e quella del fiume Tronto “per fare il punto della situazione complessiva”; in altre parole, per giustificare l’omissione per la mancata autorizzazione, si riuniscono attori che non hanno nulla a che vedere con l’iter procedurale.

A questo punto legittima è la reazione del sindaco Petrucci che, esasperato da tali giochi indegni ed illegali, si è incatenato in sala consiliare e lodevole è stato il suo coraggio che denuncia in modo efficace l’arroganza di una presidenza che sta provocando danni irreversibili all’economia picena.

Il presidente Rossi sulla stampa si presenta come il difensore dell’acqua, il paladino che si oppone ai privati che vorrebbero far profitto a danno dei cittadini! Tutte favole di basso profilo; nella nostra provincia tutto il ciclo delle acque, dalla captazione alla depurazione è di fatto gestito dal pubblico. Il CIIP, anche se trasformato in società per azioni, ha un consiglio di amministrazione interamente eletto dagli enti pubblici, così come l’Ato, così come il Consind.

Le mani del presidente Rossi non sono più pubbliche di quelle degli altri soggetti eletti democraticamente, ma ciò che preoccupa sono i suoi propositi di gestione, tanto che ha già fatto i calcoli dl fabbisogno pro-capite e per chi cercherà di darsi una sciacquatina in più saranno sovrattasse da far rabbrividire; questo è il suo obiettivo e nel tempo, se le cose continueranno così ne avremo la triste riprova. I sindaci e la gente della montagna sono con Petrucci perché difficilmente capiterà un’altra simile occasione per dare una prospettiva di lavoro e che rappresenta per tutto il Piceno una vetrina pubblicitaria senza precedenti.