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“Sci rtornasse la gente de ‘n tiempo”

| ANCONA - Presentato il 7° quaderno di Pierino Menghini scritto in dialetto gengarino.

di Roberta De Angelis

A Genga, in una sala del Palazzo Fiumi-Sermattei gremita di folla, si è tenuta la presentazione del libro di poesie, racconti, storielle e proverbi in dialetto gengarino.

L'iniziativa, aperta dall'intervento di saluto del presidente della CM Vito Giuseppucci, è stata presieduta dall'assessore Giuseppe Medardoni, ed ha visto la partecipazione del Sindaco Dominici, che ha portato il saluto dell'amministrazione, esprimendo i propri complimenti all'opera di Menghini. Lavoro unanimemente riconosciuto di grande importanza, sia da padre Stefano Troiani che dal prof. Vitaliano Angelini, che ha svolto una dotta prolusione sugli argomenti affrontati nel volume. E' intervenuto anche il Presidente della Comunità del Parco Aurelio Zenobi a cui si deve la preparazione e l'impaginazione del libro, che ha voluto evidenziare il grande lavoro svolto dall'autore nel ricordare aneddoti e massime del passato, quelle che si ascoltavano dal capofamiglia attorno al fuoco, colme di saggezza e di insegnamenti di vita. Ha ricordato anche che finalmente Genga entra nello spirito del Parco, nel recupero delle tradizioni, nella valorizzazione del proprio territorio che non si esaurirà con questo libro ma che continuerà con quello sul sentiero didattico di Monte Predicatore dovuto al dr. Silvano Elisei.

L'uomo, la sua storia, le sue tradizioni, la sua cultura, ossia quella particolare esperienza umana che - in fondo - è stata determinante a tramandare il patrimonio naturale ed ambientale nelle condizioni in cui è oggi e tale, appunto, da meritarne l'elevazione al rango di "area protetta". Con queste parole, il Presidente di Federparchi Marche, Riccardo Maderloni, ha voluto gratificare l'opera di Menghini, aggiungendo che "un'area protetta non deve occuparsi solo di fauna, flora e ambienti naturali. La conoscenza delle storie locali, di usi, consuetudini, tradizioni e la cultura delle comunità che vivono nel Parco, non sono meno importanti della conoscenza del patrimonio ambientale e naturale del Parco stesso. Anzi, si può dire che una piena godibilità delle bellezze ambientali e naturalistiche, di quelle storiche, architettoniche, delle specialità enogastronomiche locali non siano possibili senza, la conoscenza del complesso delle tradizioni, storia e cultura popolare.

Espressioni del linguaggio corrente, ossia di quel dialetto che rappresenta una ricchezza, che rischia di andare dispersa. L'opera di Menghini, da questo punto di vista, è preziosa, soprattutto se si considera che egli non è un professionista del settore, né un ricercatore proveniente da ambienti accademici, ma un "semplice operaio", uno dei tanti che con il lavoro, l'impegno ed i sacrifici conseguenti, davvero hanno fatto la storia, la grandezza e la ricchezza di questo territorio. Ma Pierino Menghini è di più: è testimone di un tempo che sta velocemente passando ma in cui ci fa fare, in tutta sicurezza, un tuffo. Il suo importante lavoro di ricognizione consente di recuperare, e far diventare "memoria scritta" e non più solo orale, i profumi, i ritmi e gli stili di vita, le atmosfere, gli ambienti, i personaggi ma anche quel distillato di saggezza popolare e di esperienza di vita che spesso sono i proverbi, evitando che tutto ciò venga, pian piano ma inesorabilmente, dimenticato.

Il testo, poi, suscita sentimenti ed emozioni per un passato recente, di cui - specialmente in certe sere d'inverno si sente uno struggente bisogno. In tal senso spero che il libro diventi un testo da leggere da soli o in gruppo, da commentare e meditare. Esso è innanzitutto dedicato ai giovani. A quelli di Genga, ma anche agli altri del territorio. Perché per gli uomini, come per gli alberi, avere radici molte e salde, avere cioè coscienza della propria storia e del vissuto della propria comunità, è garanzia per crescere e affrontare le scelte che la vita ci impone. E noi, provvisori reggitori della res pubblica, dobbiamo infinitamente ringraziare Menghini per la passione, la dedizione e l'assoluto disinteresse con cui ha affrontato questa fatica". Dopo la declamazione di un paio di poesie da parte dell'autore, anche l'associazione dei poeti dialettali ha voluto esprimere la propria partecipazione, dedicandogli alcune rime. Spumante e pasticcini, hanno concluso degnamente la cerimonia.

22/12/2003





        
  



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