L'Amat entra nelle scuole per un teatro che deve essere insegnato
San Benedetto del Tronto | Sono iniziati giovedì 26 novembre gli incontri formativi sul Teatro promossi dall'AMAT in collaborazione con l' Assessorato alla Cultura del Comune di San Benedetto del Tronto e recepiti dall'Istituto "Capriotti".
di Giuditta Castelli
Istituto Capriotti
La prima lezione propedeutica è stata tenuta giovedì da Francesca Berardi, la seconda, martedì 1 dicembre, da Luca Cambrini sempre nella Biblioteca dell'Istituto. Il coinvolgimento degli studenti partecipanti agli interventi di Berardi e Cambrini è stata totale, visto il livello delle lezioni dei due relatori, la capacità di attrarre l'attenzione, l'accattivante tema oggetto dell'incontro: l'Otello, andato in scena al Concordia la sera del 1 dicembre.
Il teatro piace ai ragazzi quando viene fatto vivere, e non è solo raccontato. Il teatro è, infatti, civiltà nel suo evolversi. E' forza galvanizzante messa in moto dalla creatività che spinge l'umanità a raccontarsi, all'ironia di se stessa, e attraverso la simulazione, invia messaggi di costume, di gusto, di idee. Il teatro- denuncia raggiunge le vette più elevate della creatività etica che funge da molla verso il progredire delle coscienze.
Solo il tempo darà ragione ma la vera libertà nasce dal cuore e dalla mente prima che dall'azione. Il teatro è quindi anche libertà di essere liberi. Esso rappresenta un patrimonio inestimabile non solo culturale ma anche e soprattutto umano dal quale attingere per mettere le ali al progresso di una civiltà che tende a retrocedere troppo spesso verso il torpore.
Allora il teatro è la nostra memoria, la memoria di uomini e donne che hanno speranza in un mondo dove niente è scontato. E' per questo che deve essere amato e insegnato ad essere amato e praticato sin dalla fanciullezza. Del resto non sono forse i bambini i primi maestri della vita che si racconta? Non sono gli adolescenti i costruttori di un mondo parallelo, forse più anelato che non percepito? Non sono i nostri "bulletti" di turno, nel male, gli attori di storie inventate e realizzate? Forse drammi nelle coscienze di una civiltà che nella sua prosopopea pecca di mancanza di umiltà e di autocritica. Plauso, dunque, ad ogni iniziativa che vede il teatro protagonista quale valido strumento di formazione permanente. Insegnare ad amare il teatro, e perché no, insegnare a praticarlo.
Entrando nelle scuole l'AMAT ha fatto, quindi, una scelta di civiltà e i docenti che accolgono la sua proposta, come tante altre parallele, fanno un atto di seria riflessione educativa e didattica. Il teatro nella sua duplice dimensione sociale ed estetica persegue obiettivi educativi e finalità culturali, in quanto esperienza stimolante, sociale e socializzante. Punta alla formazione globale. Aiuta l'esercizio del giudizio, del ragionamento, affina lo spirito critico e stimola la sensibilità estetica. Agisce sulle emozioni sostenendo lo sviluppo affettivo oltre che linguistico. Concorre alla formazione di una personalità armonica puntando sul divertimento e, quindi, combatte la noia, vera fonte di frustrazione, disagio e devianza.
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03/12/2009
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