MURRAY HOCKRIDGE & DAVE KILMINSTER

Closer to earth

Per la chiusura del 2013 scelgo un disco pubblicato da qualche mese ma degno assolutamente di grande considerazione in un'epoca in cui essere originali come compositori è davvero un'impresa. A questo proposito per San Silvestro ecco un piccolo ripasso e un compendio del passato prendendo in prestito alcune bellissime canzoni rieseguite con estrema maestria dalla chitarra di Dave Kilminster e dalla splendida voce di Murray Hockridge.

Un album di cover semplici, nude, artigianali e assolutamente lineari a dimostrazione di come si possa essere originali anche con semplici corde vocali accompagnate da linee di chitarra. Basterebbe l'apertura del disco affidata ad una cover fantastica di "Losing my religion" dei R.E.M. per giustificare un viaggio perfetto tra le belle canzoni. Grazie alle eccellenti corde vocali di Murray Hockridge, figlio del grande Edmund, baritono canadese di tutto rispetto e voce, negli anni '40, dell'orchestra di Robert Farnon nonché ottimo interprete, nei tre decenni successivi, di molti musical in terra inglese dove si era trasferito (ultimo dei quali "Anna prendi il fucile" del 1986 a fianco di Suzi Quatro). Di papà Edmund, Murray, da bravo figlio d'arte, ha ereditato un timbro vocale caldissimo di colori e una modulazione estremamente sensuale e affiancandosi al chitarrista Dave Kilminster (chitarra principale del musical "The Wall", al fianco di Roger Waters dei Pink Floyd) ha allestito un duo molto innovativo che ha di recente fatto visita a molti club nel nostro paese ottenendo un enorme successo.

L'originalità sta esattamente nell'esecuzione di celebri canzoni del pop/rock che, se non fossero così celebri, sarebbe da accreditare al duo per la personalissima versione che le rigenera totalmente. E dalla sublime versione di "Losing my religion" i due artisti si cimentano con Elton John (trasformando "Rocket man" in un brano da Pink Floyd con chitarra e falsetto da brividi) per passare poi al George Michael di "Father figure" (meno riuscito ma solo per le analogie con la voce dell'originale), ai 10CC del popolarissimo "I'm not in love", in una lunga e appassionata versione. Data la loro versatilità e la saggia ricerca nel gran mare del repertorio rock ecco spuntare i Radiohead (con l'intensissima "Street spirit/Fade out") affiancati agli Steely Dan ("Any major dude will tell you"), a Van Morrison ("Brown eyed girl") e a Hall & Oates ("Sara smile"). E' questo un disco che raccoglie trent'anni in un pugno di canzoni. E all'appuntamento non possono mancare classici immortali come "Time after time" di Cyndi Lauper e di "Hallelujah" di Leonard Cohen, entrate ormai nell'immaginario collettivo, nel repertorio di quasi tutti e persino nelle scelte dei ragazzi dei talent show a fianco di troppe scemenze musicali.

E per chiudere un doppio omaggio di Hockridge. Alla canzone moderna e al suo partner di scena, Dave Kilminster, chitarra orchestra. E la scelta cade su "Wish you were here" interminabile passeggiata sonora tra le onde emotive dei Pink Floyd per dire addio ad un altro anno e per guardare al futuro senza mai dimenticare il passato.

BUON ANNO A TUTTI

Voto 8/10