La diagnosi è complessa. Il voto locale è composto da due componenti come il sangue.
I globuli rossi, programmi, governance, stile di governo e anche stile di rapporti con le persone, ai quali si chiede voto con preferenza motivata

I globuli bianchi, cioè le preferenze raccolte da persone che chiedono e ottengono qualcosa oppure semplicemente vogliono un santo in paradiso. Il meccanismo di queste preferenze è strutturalmente e concettualmente identico alla vendita delle indulgenze nel Cinquecento. Da tempo, i globuli bianchi sono diventati il carattere dominante delle elezioni fino ad erodere lo spazio vitale dei globuli rossi. Le elezioni sono sempre più delegate ai globuli bianchi.

Nel governo locale arrivano le decisioni con il bilancino degli equilibri di tutti i gruppi, ogni volta con trattative defatiganti. La città e il governo eletto sono ostaggio sequestrato, anche se nel caso dei governanti, per la nota sindrome di Stoccolma, non affrontano i sequestratori, pur odiandoli in privato, perché condividono lo stesso ambiente angusto. Un errore decisivo per la malattia fu la decisione di identificare gli assessori con i più votati, lasciando le competenze o la capacità di acquisirle fuori dalla porta. Il mercato della politica, che non va negato,perché i voti e il consenso sono la base della democrazia elettiva, lascia il suo spazio al mercatino del consenso di piccola scala, senza contenuti e con molti continui compromessi.

La prognosi è energica. Il dottor Martin Lutero non è disponibile, ma una riforma, che sia altamente "protestante", urge. Rispondere alla domanda: cosa vogliamo che sia questa città tra trenta anni e motivare scelte di oggi in funzione di quelle previsioni di sviluppo. Allargando con strumenti nuovi una partecipazione dal basso meno istituzionale e più quotidiana. E' un'idea peregrina. Senza preferenze?