Non si tratta di conflitto di interesse, e per questo il ruolo di avvocato non stride con quello di assessore. Il legislatore non lo prevede e difendere un'azienda non ne favorisce l'abuso di potere. Se l'azienda in questione ha vinto un regolare bando, se il piano del fotovoltaico è stato votato da tutto il consiglio nel 2011 e se non si può parlare di nessuna sanatoria.

Lo dice a gran voce l'assessore Canducci finito sulla strada della rivolta dei due dissidenti Emili e Pezzuoli, che hanno presentato un'interrogazione sulla sua presunta incompatibilità durante l'ultimo consiglio comunale. E che ieri hanno ritrattato lasciando intendere che si tratta solo di opportunità politica, su cui secondo l'assessore bersagliato "si può discutere all'infinito".

Quello che è inopinabile è la campagna al veleno che ha infangato il "mio nome, il mio onere tanto che mi riservo di sporgere querela anche dopo la fine del mandato". Accuse al vetriolo, "disonestà nel raccontare i fatti" punta il dito Canducci: "non si parlava di sanatoria - che pure non c'è stata perché il Kinder Park è stato chiuso dai vigili urbani mandati dal comune - quando si correva tutti dietro al piano spiaggia o a quello di occupazione del suolo pubblico, quando Perazzoli era a capo della Confeesercenti e la Emili in Giunta".

 Ma l'attacco subito secondo l'assessore è un vero colpo basso politico, "fatto da chi non ha scrupoli per raggiungere i propri fini e travolge tutti con i metodi della prima repubblica del cui potere è rappresentante, come nel caso della famiglia Perazzoli, che non mi ha mai appoggiato fin dall'inizio".

Generazioni che si scontrano, su terreni scivolosi segnati dagli stessi errori. Ma se il motto "largo ai giovani!" in Italia non ha mai attecchito troppo, oggi sembra più legittimo che mai, dopo il fallimento di una intera classe politica che ha portato il paese sull'orlo del baratro.