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Un Protocollo per assicurare raccordo e coordinamento

| ANCONA - Spacca: “definizione di ruoli e funzioni in omaggio all’efficienza e trasparenza dell’azione amministrativa”. Ucchielli: “vogliamo raccogliere le istanze del territorio per assicurare un percorso comune”.

Definito il Protocollo d’Intesa tra la Regione e UPI (Unione delle Province), per l’individuazione di iniziative concordate su temi e questioni di comune interesse.

“Con questa iniziativa – sottolinea il presidente Gian Mario Spacca – si intende fare chiarezza in termini di funzioni e competenze, per un percorso condiviso e un maggior raccordo con un Ente a cui la normativa assegna un ruolo di protagonismo nella programmazione su area vasta.” Spacca sottolinea che il Protocollo è anche un contributo nel dibattito più complessivo sul Titolo V della Costituzione, che “purtroppo ha spesso comportato difficoltà interpretative e anche sovrapposizioni inutili”, insomma, conclude, “un omaggio alla semplificazione e alla trasparenza amministrativa.”

“Un Documento che consente alle Province – ha detto il Presidente dell’UPI Palmiro Ucchielli – di fare un sostanziale passo in avanti rispetto alla normale dialettica istituzionale. Ci permette di recepire gli input regionali, che vengono dalla programmazione più generale, e tradurla sul territorio, ascoltando le sue voci, siano esse istituzionali che socio-produttive, per calibrare meglio la progettualità, trasformandola in azioni dirette a vantaggio delle nostre realtà territoriali.”

L’iniziativa è ispirata dalla necessità di un maggior raccordo tra Regione e Province, nel rispetto dalla normativa, per codificare compiti e ruoli dei due Enti, assegnando alla Provincia, che è, “dopo il Comune il livello più prossimo ai cittadini”, le “funzioni di gestione, amministrazione diretta e programmatorie.”

Punto di riferimento è il Titolo V della Costituzione e la normativa regionale che assegna alle Province competenze in vari settori, tra cui: agricoltura, turismo, difesa del suolo, ambiente, urbanistica, trasporti, formazione, politiche del lavoro.
Competenze che vanno svolte – dice il documento – in coordinamento con gli Enti Locali e i soggetti operanti a livello subprovinciale, in modo che la programmazione “di area vasta” sia il frutto di una concertazione con tutti i soggetti istituzionali e le espressioni del mondo sociale e produttivo, perché le strategie siano fortemente legate alle diverse realtà territoriali.

Nella sostanza, riassumendo il documento:
• Alla REGIONE spettano le funzioni di programmazione, indirizzo, coordinamento, su scala regionale e interprovinciale;
• Alle PROVINCE - quali Enti di governo di area vasta che curano gli interessi della propria comunità e promuovono e coordinano lo sviluppo locale – spettano funzioni di programmazione e incentivazione relativamente alle attività e iniziative assunte in ambito provinciale, sia sul piano socio-economico, che in quello delle politiche territoriali.

Il documento elenca le iniziative oggetto di condivisione:

• Proposta di legge sulle procedure della programmazione (in sostituzione dell’attuale l.r. 46/1992): dovrà definire ruoli e compiti dei principali soggetti istituzionali;
• Attuazione delle disposizioni sul decentramento delle funzioni in agricoltura (l.r. 24/98) con trasferimento alle Province dei Servizi Agricoltura, già operanti in ambito provinciale;
• Attuazione del Testo Unico del Turismo (l.r. 9/2006) e strutturazione di sistemi turistici unici di ambito provinciale;
• Disciplina delle funzioni di bonifica, attraverso la redazione di una proposta di legge in materia, orientata a favorire il superamento degli attuali Consorzi di Bonifica;
• Istituzione di una cabina di regia per l’attuazione del Documento regionale relativo al nuovo periodo di programmazione comunitaria 2007-2013;

• Collegamento tra le competenze delle Province e le funzioni dell’ASUR a livello di area vasta in materia sanitaria (l.r. 13/2003);
• Ridefinizione del ruolo delle Province in materia di attività produttive (l.r. 20/2003);
• Valorizzazione delle Conferenze provinciali delle autonomie, sede di riferimento per la concertazione territoriale;
• Revisione della disciplina degli ATO (ambiti territoriali ottimali), sia per le risorse idriche che per i rifiuti, per attivare uno strumento più snello, quello della convenzione, per i necessari raccordi istituzionali;

• Modifica alla legislazione regionale, per realizzare un decentramento alle Province sulle funzioni in materia di parchi e riserve naturali;
• Verifica dei criteri di attuazione del cosiddetto “Codice Urbani” (d.lgs 22.1.2004, n.42), in materia di beni paesaggistici, per valutare le relative funzioni, affinchè sia assicurata la necessaria distinzione tra tutela paesaggistica e competenze urbanistico-edilizie comunali.
Il Protocollo è stato approvato dalla giunta regionale nel corso della seduta odierna.

05/12/2006





        
  



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