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La Sentina. Zona "umida" o zona "melmosa" ?

San Benedetto del Tronto | Esternazioni e atteggiamenti che lasciano sconcertati. Le "Schede Progetto" promettono grandi inteventi ma intanto non si riesce neanche a piantare quattro pali di legno.

di Carmine Rozzi

“Al Comune di Ascoli Piceno della Sentina come la volete voi, non importa assolutamente nulla. Per noi essa deve essere un guadagno ”. Secondo Pietro D’Angelo, Presidente del Comitato di Indirizzo della Riserva Naturale Regionale, questo sarebbe il succo delle esternazioni dell’Assessore Comunale all’Ambiente del Comune di Ascoli Sesto Travanti (Forza Italia) nel corso di un recente dibattito televisivo tra i due. Non solo.

Lo stesso Assessore avrebbe ribadito, parlando non in proprio ma a nome della sua Amministrazione, quanto affermato ad un giornale la settimana scorsa ovvero che nella parte della riserva di proprietà del Comune di Ascoli potrebbe tranquillamente trovare posto un centro raccolta per etnie rom. Questo in spregio al fatto che lo stesso Assessore, in quanto membro del Comitato di Indirizzo, abbia partecipato attivamente alla stesura delle “Schede Progetto” che dovranno realizzare fisicamente gli interventi tesi a rendere la zona umida funzionale dal punto di vista naturale.

Altro episodio sconcertante riferito da D’Angelo è quello del quale si è reso protagonista il proprietario del più grande insediamento (ci risulta ancora abusivo) della Sentina il quale, pur sfrattato dal comune di Ascoli perché moroso da anni, ha impedito ai volontari del Comitato di entrare nel recinto dove egli opera per sistemare i cartelli indicatori con la incredibile spiegazione che fosse “Proprietà privata”. A tutto questo il Presidente D’Angelo ha fatto seguire una richiesta specifica al Sindaco Di San Benedetto Giovanni Gaspari affinché si adoperi per far sì che venga eseguita l’opera di posizionamento della cartellonistica come previsto dalle “Schede Progetto” mentre rivolge un “accorato appello” alle autorità precostituite (Guardia Provinciale, Forestale, Polizia Municipale) affinché vengano fatti rispettare e salvaguardati i diritti di azione del Comitato di Indirizzo.

La Sentina, da zona umida, sta diventando ogni giorno di più “zona melmosa”. Il Presidente del Comitato abita nel Comune dove risiede la Zona Naturale che però non possiede all’atto pratico neanche un centimetro quadro della stessa. Tre quarti della Riserva è proprietà del Comune di Ascoli Piceno che territorialmente non c’entra niente ma che, in virtù di un lascito in base ad una legge anacronistica, si comporta, almeno per bocca di un suo assessore comunale, peggio di un costruttore edile di una “Banana Republic” .

E mentre (il Comune di Ascoli) partecipa in forma attiva alla stesura del futuro regolamento dell’Oasi dall’altra parte permette che sul “suo” suolo di Riserva continui tranquillamente a “pascolare” una tra le forme più sfacciate ed arroganti di abusivismo. Il Presidente neo eletto del Comitato di Indirizzo, o Organo Supremo, che, a nostro parere, dovrebbe avere mezzi giuridici e esecutivi (sennò, in pratica, che Presidente è?) per far rispettare le direttive dello Statuto è costretto a chiedere “aiuto” al Sindaco di San Benedetto e a rivolgere “accorati appelli” alla Autorità Costituite.

La Lipu, Legambiente, cosa ne pensano.? Il loro parere conterà pur qualcosa o trattengono tutti il respiro dopo averla scampata bella (nel senso di avere ottenuto il tanto sospirato finanziamento)?. Il Comitato di Indirizzo, con la presentazione delle “Schede Progetto” ha dimostrato di poter, sulla carta, essere in grado di realizzare qualcosa di notevole. Ma, ahimè, sulla terra (letteralmente parlando),ancora  non riesce neanche a piantare due pali più in là di un certo limite.

06/12/2006





        
  



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