"Non sono un renziano ma voterò per Renzi, perché è giusto il cambiamento, il paese lo chiede, e è giusto che siano energie giovani e fresche a governarlo. Quindi faccio un passo di lato e lascio passare il nuovo che avanza". Se sulle scelte pre - elettorali non ci sono dubbi, i problemi in agenda rendono lo scenario più incerto della sicura vittoria di Renzi. Mentre il popolo del sindaco di Firenze si prepara al giubilo domenicale, il sindaco Gaspari fa i conti con il governo della città.

E annuncia subito la buona novella: 250.000 € vinti con regolare bando nazionale in arrivo per la scuola Mattei - che andranno a coprire parte dell'investimento di 410.000 € destinato alla messa in sicurezza, anche dando seguito all'idea di costituire un plesso organico con la scuola media e l'infanzia. Altri due bandi sono in corsa per l'edilizia scolastica, un fronte sul quale - secondo il primo cittadino - si sta facendo tanto e bene.

Oltre all'impegno per la ristrutturazione delle scuola Curzi e della scuola Nord, c'è anche quello per l'organizzazione logistica della 9° giornata delle Marche, in Riviera grazie a "un prezioso riconoscimento della Regione".

Altro nodo dolente, la sanità preoccupa non poco ora che i sindacati sono sul piede di guerra e annunciano la mobilitazione. "Qui o si cambia passo o si cambia" punta il dito Gaspari: "non sono stati raggiunti nemmeno gli obbiettivi oggetto degli interventi". Pur riservandosi di esprimere le dovute preferenze nelle sedi opportune - quando cioè la Regione chiamerà i sindaci a manifestare il grado di gradimento per il Direttore dell'area vasta 5 - il sindaco non disconosce Stroppa, e ricusa l'accusa di fallimento riservandosi di vedere gli sviluppi delle ultime proposte "in attesa dell'ospedale unico, che sarà di sicuro la soluzione a tutti i mali, ma fino ad allora non si può andare avanti così".

Tornando al voto, il sindaco lo vive "con serenità", consapevole di "aver perso la sfida" di Bersani in cui credeva. E che la nuova classe dirigente che si affaccia verso il futuro "non ha bisogno per mettersi alla prova con la leadership della mia benedizione". Ben sapendo che la sfida è molto importante per l'Italia che non ce la fa più stremata dalla crisi e soffocata dalla burocrazia.

"Non si può ridurre a un pollaio di provincia un momento storico della nazione a cui rischiamo di arrivare perfetti in ritardo". Il destino del PD si compie "con uno strappo" bisognoso di "innovazione e di un cambiamento epocale" che segni la discontinuità con il passato ma - il sindaco ne è certo - "non si tratta della partita della vita".

A chi invece trama alle spalle della sua legislatura e contesta la scelta di Calvaresi di restare in aula e astenersi nel voto per l'assestamento di bilancio durante l'ultimo consiglio comunale salvando la sua giunta, dice di "spostare in avanti le lancette dell'orologio" fino alla scadenza naturale del suo mandato.