Dopo Piazza San Giovanni
Acquasanta Terme | Ancora sulla manifestazione di sabato 2 dicembre.
di Giuseppe Orsini*
Torno sulla manifestazione di sabato 2 dicembre a Piazza San Giovanni (vedi mio articolo di domenica 3 dicembre: “A Piazza San Giovanni”). Dove eravamo 2.000.000. O quasi. Malgrado la “maggioranza silenziosa ed operosa” non gradisca la piazza. “Dalla Piazza solo insulti”, commenta il nostro Premier. Io ho visto solo qualche vignetta spiritosa. Degna di persone tranquille e pacifiche. Nessuno ha incendiato auto, negozi e bandiere. Niente “10, 100, 1000 Nassirya”.
La rivoluzione copernicana di MSI e Lega. Sabato scorso ho colto una rivoluzione copernicana rispetto al 1994. Alleanza Nazionale è tutt’altra cosa rispetto al MSI. Per fortuna. Nel 1994 la Lega gridava “Roma ladrona”. Sabato scorso gridava “Roma cristiana”. Mentre altri sperano che San Pietro diventi un rudere.
Come il Colosseo. O una moschea. La rivendicazione della tradizione cristiana ed occidentale di Roma (e dell’Italia) avveniva al centro di Roma. Lì i “padani”, presenti Umberto Bossi e Roberto Calderoni, gridavano appunto “Roma cristiana”. Tra il più antico tempio marmoreo romano a pianta circolare (di Vesta), il tempio di Portunus, esempio di architettura greco-romana del II sec A.C., la Bocca della verità e le chiese di Santa Maria in Cosmedin (di rito greco – ortodosso) e San Giorgio al Velabro, famosa quanto stupenda chiesa cattolica. MSI (oggi AN) e Lega si sono evoluti. In meglio. Per fortuna. Qualche merito della evoluzione va riconosciuto all’ex Premier che ha favorito la loro metamorfosi e l’accettazione reciproca. Prima nel popolo poi nei vertici. Infatti, molti avevano tre bandiere, FI, AN e Lega nella stessa asta.
Verità, non insulti. In Piazza San Giovanni Berlusconi ha detto testualmente: “Oggi nasce realmente il Partito unico della Libertà. La nostra politica è laica, ma ha qualcosa di sacro: ‘chi crede non è mai solo’, ha detto il Santo Padre nel suo ultimo viaggio e noi qui siamo moltissimi a credere negli stessi ideali. Siamo qui perché vogliamo opporci a una cultura che diffida dei cittadini liberi: non ci piace chi svaluta il matrimonio fondato sull’unione di un uomo e una donna. Non accettiamo il disprezzo del nostro passato, delle nostre radici, della nostra cultura e della nostra storia.
Nella nostra concezione, prima vengono gli elettori, le donne, gli uomini e solo dopo i partiti e i loro leader. Per noi è il popolo che sceglie il leader non sono i leader che scelgono il popolo". Dov’è l’insulto? Le offese (evitiamo la parola insulto) alla maggioranza degli italiani vengono da ex DC che, pur di governare, accettano il sostegno di chi afferma che “il comunismo è soggetto alla contaminazione inevitabile con la chiesa cattolica”. Sic! Da La Rinascita della sinistra, n. 37 del 27/10/2006. Non basta. A Padova le coppie di fatto, (sia etero che omosessuali) potranno ottenere il riconoscimento anagrafico come famiglia fondata su vincoli affettivi (mozione approvata dal consiglio comunale con 26 voti a favore del centrosinistra, 7 contrari e un astenuto).
Secondo Alessandro Zan (DS), quello dei diritti civili e della tutela delle coppie omosessuali "è un tema che sta entrando nelle corde della politica italiana". E qualcuno (che certamente non era a Piazza San Giovanni sabato scorso) è sceso subito in piazza con un cartello che recitava “PAX VOBIS - PACS NOBIS”.
Questo è una autentica offesa. Alla maggioranza degli italiani. Ed agli aderenti al “Movimento Elia, Elettori liberi ed attivi”, fieri delle loro radici: la tradizione culturale greco-romana, occidentale, liberale e cristiana. Lo dico da Fondatore e Segretario Nazionale del Movimento Elia.
*segretarionazionale@movimentoelia.it
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07/12/2006
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