Il consigliere di Alleanza Nazionale Giorgio De Vecchis ritorna sulla messa in vendita dell’edificio di proprietà Comunale situato in Via Monte Renzo alla PicenAmbiente tutt’ora affittuaria. L’approccio questa volta sembra tutto politico senza tralasciare la solita dovizia di documenti. Questi i fatti. La domanda che si pone il consigliere della minoranza è : perché tutta questa fretta e questo accanimento a voler vendere proprio “quell’edifcio” del patrimonio comunale dalla prassi talmente complessa che persino l’allora Sindaco Martinelli sembrò rinunciarci e non altri immobili tutt’ora vuoti e di pari valore come l’ex mattatoio o la sala Cidec?

Nel 2000 l’Ammnistrazione Perazzoli contrae un debito con la Picenambiente per 250 mila euro più Iva (10%), per un totale di 275 mila euro, per “Servizi aggiuntivi riguardanti la gestione dei rifiuti e la pulizia della città per tutto il 2000”. Accordo stipulato “ad parolam” in un incontro avuto nella Sala Giunta del Comune senza alcun atto scritto o delibera per servizi riguardanti la raccolta differenziata o, in gergo tecnico, “Frazione secca riciclabile”. Contraenti: da una parte Mario Capriotti e Adriano Bernabei, rispettivamente Presidente e Amministratore delegato della partecipata e dall’altra il Sindaco Paolo Perazzoli e componenti la sua Amministrazione come risulta da una lettera inviata il 4 giugno 2001 dalla Partecipata al Comune di San Benedetto, destinatario il dirigente Bonfigli (vedere foto) .

Non succede più nulla fino al 24 ottobre ottobre 2001 quando l’allora dirigente all’Ambiente Cesare Bonfigli respinge il sollecito di ulteriori pagamenti da parte della Picena Ambiente inoltrato in data il 21 settembre dello stesso anno con la motivazione che nulla è dovuto perché la pretesa economica non è correlata da alcun atto formale, pertanto conclude il dirigente :”…anche se si volesse, in assenza di fromali atti amministrativi, eventualmente suffraganti la ipotesi sopra ventilata, non si può in alcun modo, anche volendo, provvedere al qualsiasi pagamento di qualsivoglia pretesa creditoria da parte di codesta ditta.  Se pretese ci sono, le stesse vanno indirizzate ai sensi dell’Art.191 Comma 4 del Decreto Lgs. 18/0872000 n.267….”.

Nel quale articolo sulle "Regole per l'assunzione di impegni e per l'eggettuazione di spese "in sostanza dice che, in assenze di delibere o atti formali stipulati tra un Ente pubblico (il Comune) e un privato o semi-privato (PicenAmbiente) risponde personalmente del patto così stipulato (e degli eventuali crediti) l’Amministratore (Perazzoli)presente all’atto dell'accordo. In altri termini, si chiede De Vecchis, non è che questa urgenza nel voler vendere l’immobile da parte della Giunta Gaspari è dovuta al fatto che deve sanare un debito al suo ex “mentore politico” Perazzoli? Prova ne sarebbe, sempre secondo De Vecchis, le due recenti delibere, delle quali l’una rettificava l’altra nelle quali si puntualizza che, tra le clausole di vendita, c’è quella per la quale la PicenAmbiente rinuncia alla pretesa di qualsiasi credito passato nei confronti dell’Amministrazione.

L'ultima osservazione l'ex Presidente del Consiglio è rivolta alla bontà delle perizie effettuate. "Quando un perito viene incaricato di fare una perizia di parte - osserva De Vecchis- egli si limita a rispettare gli intendimenti di chi l'ha commissionata. Ben diversi sono gli approcci da parte dei tecnici ingaggiati quando si tratta di perizia giurata. E non mi risulta a tutt'oggi che fra tutte quelle effettuate ve ne sia una redatta con tale modalità".