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Ascoli: dopo la batosta di Messina sotto accusa la difesa

| ASCOLI PICENO - Bianconeri in silenzio contro le decisioni, discusse, dell'arbitro Palmieri. Ma c'è anche da recitare il "mea culpa".

di Anna Rita Marini

In casa ascolana non è ancora stata smaltita la batosta di Messina. Ci vorrà un pronto riscatto domenica contro il Cagliari per far dimenticare quanto è succeso al Celeste. Sotto processo l'arbitro Palmieri che ne ha combiante di tutti i colori. Su tutti la mancata espulsione di Portanova dopo un fallaccio su Di Venanzio. Tanto che il bianconero è tornato a casa con uno zigomo gonfio, un ginocchio dolorante e il labbro ferito.

Ma l'Ascoli deve comunque fare mea culpa. Come ha esternato il vice presidente Massimo Ubaldi, che oltre a prendersela con il direttore di gara, se l'è presa anche con i suoi giocatori, soprattutto con i difensori. "Qualcuno si è giocato le possibilità che aveva" ha detto senza peli sulla lingua il dirigente. Dunque sotto accusa ancora una volta il reparto difensivo soprattutto nei due centrali che ancora una volta si sono fatti trovare impreparati. Facendo tornare al gol Zampagna che non segnava da quasi due mesi. E addirittura il baby Docente, per non parlare del redivivo Amauri. Meglio l'Ascoli visto a centrocampo con l'inserimento di Caracciolo e Cristiano, due veri lottatori, e Di Venanzio, uno dei migliori in campo. Davanti ha funzionato come sempre il duo Bruno - Brienza tanto che l'attaccante ha realizzato un splendida doppietta che però non è servita a niente. Solo ad illudere. Domani la squadra tornerà ad allenarsi in vista della partita con il Cagliari, un "quasi" scontro salvezza. I sardi infatti hanno un solo punto in più dell'Ascoli. In odore di squalifica Caracciolo che era diffidato e Cristiano perchè espulso. Il calcio è fatto anche di partite come qualle di Messina, ma se l'Ascoli vuole davvero evitare di sprondare nel baratro dovrà dimenticare alla svelta, e magari diventare più furbo soprattutto quando viene provocato.

10/03/2003





        
  



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