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Strade e marciapiedi di San Benedetto

| SAN BENEDETTO DEL TRONTO - Cosa vede e cosa sperimenta un pedone o un ciclista che attraversi la città.

di Giovanni Desideri

Cerchiamo un itinerario che ci permetta di farci un'idea sullo stato di conservazione di strade e marciapiedi dell'intera città. Fanno al caso nostro le vie più trafficate, centrali, di scorrimento, di accesso/uscita dalla città, le vie centrali e le principali tra le periferiche. Partiamo dunque, in direzione sud-nord, da viale De Gasperi e dal suo prolungamento, via Curzi, vie di accesso all'immarcescibile 'centro'. Indi via XX Settembre, via Crispi e di nuovo via Curzi per proseguire su via San Martino, piazze Garibaldi e S. Giovanni, via Marsala, prima di raggiungere Grottammare.
Torniamo indietro, direzione nord-sud, lungo via Morosini, via Dari, via Paoli, viale delle Palme, via Ugo Bassi, via Gino Moretti, di nuovo viale De Gasperi, via Voltattorni, via Volta, via Stamira, via Maffei, via dei Mille. Tornando indietro, il lungomare. Un primo risultato è l'uniformità in tutta San Benedetto delle condizioni di conservazione e manutenzione di strade e marciapiedi, con punte sì di eccellenza, ma in negativo!

Chi voglia classificare lo stato di manutenzione dell'asfalto delle strade e dei marciapiedi di San Benedetto potrà vedere con profitto un libro del '96 (Garzanti, Milano), di Achille Varzi e Roberto Casati: Buchi e altre superficialità. I termini utili alla descrizione, purtroppo, dobbiamo prenderli da Tito Stagno: l'indimenticabile telecronaca dell'allunaggio (21 luglio 1969), più integrazioni: buche, crepe, crateri, avvallamenti, dune, superfici concave, convesse (dovute o meno a radici di alberi: pini o palme), tombini sul fondo di strati successivi d'asfalto, coperture approssimative di lavori pubblici, ove effettuate.

Marciapiedi decennali con pavimentazioni musive, ovvero geometrie libere di mattonelle diverse e assortite, rotte, in bilico, rientrate. Se piove, questi avvallamenti, sui marciapiedi e sulle strade dappertutto in città, si ingentiliscono di un velo d'acqua e vengono allora dette, forse senza riguardi, 'pozzanghere'. Per esempio i marciapiedi di viale de Gasperi, appunto, particolarmente devastati, come si vede nella foto, all'altezza dei numeri civici 46 e 56. Questo stato di cose dispiace constatarlo in generale, ma tanto più nei luoghi più in vista: oltre a quello già ricordato, il marciapiede del lungomare, lato est, vero campionario dei difetti di tutti gli altri in città: asfalto come primo strato, asfalto aggiunto per coprire lavori effettuati, cemento, radici di palme e altre essenze a rigonfiare la superficie, buche.

Non è un bel vedere, ma nemmeno un bel passeggiare. Né migliora la situazione se passiamo al manto stradale. Anche qui perle di negatività: radici in via Curzi esternamente alla scuola Moretti, asfalto anche recente che cede e si spezza in specie di ragnatele. Buche inopinate si aprono anche nelle strade apparentemente migliori' (per esempio via dei Mille). E ancora gli incroci: tra via Voltattorni e via Lombroso, tra via Morosini e via Dandolo (nella foto), la stessa via Curzi. Via delle Palme, poi, è un vero percorso da ciclo cross.

C'è un  colpevole di tutto questo? Va detto che la cosiddetta 'manutenzione ordinaria' non permette di tagliare nastri, offrire pubblici rinfreschi e darsi visibilità. E a pensarci, sembra che questa situazione sia tale forse da sempre. I sambenedettesi forse ci sono abituati, ormai non ci fanno più caso. Ma la domanda ce la poniamo lo stesso: avremo miglioramenti prima di un paio di olimpiadi?  

11/04/2003





        
  



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