Triglie alla Livornese, olive fritte e un finale da libro Cuore
| ASCOLI PICENO - Considerazioni semiserie sulle gesta dolciamare dell'Ascoli Calcio.
di Federica Poli
Protti e compagni erano arrivati in territorio marchigiano con idee un po' troppo bellicose: " Mò ce le friggiamo queste olivette all'ascolana!". Eh no cari miei, le olive fritte si mangiano al pranzo pasquale, la sera del sabato è meglio tenersi leggeri con del pesce e perché sdegnare due "trigliette alla livornese?"
In questa Pasqua in tema mangereccio si sono giocati i 94 minuti di Ascoli - Livorno.
Arrivo allo Stadio Del Duca con largo (beh, non esageriamo) anticipo e mi trovo di fronte un cordone di poliziotti in tenuta anti-sommossa che impediscono l'accesso alla Tribuna (Sì, alla Tribuna!). D'altronde si sa che i fruitori di questo settore sono,
tendenzialmente, persone pericolose e quindi da bloccare!
A proposito di pesci, nell'attesa sono diventata una sogliola e lì ho capito il perché di questo trattamento: i dirigenti per aumentare la capienza dello Stadio hanno pensato, non di costruire un secondo anello, ma di restringere le persone che vi entrano e, quindi, farle passare tutte sotto la pressa umana!
Il primo tempo del match scorre via senza grandi palpiti, unica nota "negativa" l'ennesimo infortunio bianconero di cavallopazzo Di Venanzio che ha raggiunto i numerosi compagni di squadra in attesa nella corsia del Pronto Soccorso dove ha dovuto prendere un numero e aspettare il suo turno. Le news dal nosocomio lo danno ancora in coda dietro Muslimovic, Brienza, Fontana e Bonfiglio!
La improvvisa defezione di cavallopazzo ha, però, propiziato l'ingresso di "provvidenza-Mendil".
Proprio lui "il provvidenza" segna al 15° minuto del secondo tempo su imbeccata magistrale del gioiellino di difesa Mirko Savini!
Il Milan può vantare la coppia di difensori Nesta-Maldini? Noi rispondiamo con Zini-Savini (con rima baciata annessa).
Al 20° minuto, però, il Sig. Paparesta espelle (ahinoi!) il difensore livornese Melara.
Purtroppo sull'Ascoli grava la maledizione della superiorità numerica e la paura fa 90, appunto il n. 90 dei granata segna l'ormai atteso gol del pareggio al 44 ° minuto!
Si legge lo sconforto sul volto dei tifosi e dei giocatori bianconeri. 4 minuti di recupero e tutti a casa avviliti ed intristiti.
Ehm, scusate non è questo il finale!
Infatti, come in ogni storia che si rispetti manca il colpo di scena strappalacrime e sorrisi, così all'ultimo minuto il portiere labronico Amelia, spinto da un eccesso di buonismo De Amicisiano da libro "Cuore", confessa di aver toccato il pallone su tiro di La Vista e sul calcio d'angolo successivo Sasà Bruno soffia la palla in rete.
Ora è veramente finita e. finalmente, vissero felici e contenti!
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21/04/2003
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