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La S.a.r.s. e i ristoranti cinesi del nostro comprensorio.

| SAN BENEDETTO DEL TRONTO - Sono sicuri i ristoranti cinesi? O c'è il rischio che 'il male' ci colpisca proditoriamente, chiuso in un involtino primavera?

di Giovanni Desideri

Le notizie che giungono da Cina e Hong Kong sono da giorni e settimane le stesse: i casi di s.a.r.s. (sindrome acuta respiratoria severa, altrimenti nota come 'polmonite atipica') aumentano di giorno in giorno, per persone infettate e per numero di morti. Né l'epidemia se ne resta confinata in Asia, ché anzi viaggia in occidente, con punte in Canada. Meno da noi in Europa (vedi l'articolo correlato).

Le conseguenze sono ahimé quelle dette, ma anche, più prosaicamente, crisi economica, diminuzione degli affari: ne sanno qualcosa i titolari dei molti ristoranti cinesi del nostro comprensorio, i quali lamentano un calo verticale di clientela da almeno un mese. Abbiamo cercato di saperne di più, visitando i noti ristoranti di via Piemonte a San Benedetto e di via Dante Alighieri in zona Ascolani. Disponibilissimi, ci forniscono molti particolari sulla loro attività e sulla loro permanenza in Italia, rispettivamente da 20 e 15 anni, provenienti da zone della Cina in cui l'epidemia non è ancora diffusa e dove risiedono i loro parenti.

Dichiarano che la maggior parte delle materie prime vengono acquistate in Italia e che solo alcune provengono direttamente dalla Cina, per esempio gli spaghetti di soia. Ciò che arriva dalla Cina, poi, giunge a Roma, dove viene sottoposto a ispezioni ed analisi da parte della Dogana, giuste le disposizioni del Ministero della Salute italiano (vedi link al sito). Inoltre, aggiungono i ristoratori, gli ultimi acquisti risalgono a qualche mese fa, trattandosi di prodotti 'a lunga scadenza'. Dunque tutto bene? Sarà per la proverbiale saggezza, ma le persone che abbiamo incontrato non si scompongono più che tanto, in un caso accennando ad un rimedio scientifico dato quasi per scontato. Prendono atto che la televisione genera preoccupazione, ma obiettano che se pericolo ci fosse, i primi ad esserne colpiti sarebbero essi stessi, grandi e piccini.

Segnaliamo per finire che non tutti gli esercenti acconsentono a rilasciare dichiarazioni, ma che l'unica reticenza ci viene dai titolari di un negozio nella zona della stazione ferroviaria, che non operano peraltro nel settore alimentare. Con pochi monosillabi diniegano. Gli altri, ripetiamo, hanno mostrato invece grande gentilezza e anche buona volontà nel voler superare piccole difficoltà linguistiche. Promossi?

26/04/2003





        
  



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