In trincea per seguire l'Ascoli al Del Conero: torno a casa e grido "Goooool"
| ASCOLI PICENO - Considerazioni semiserie sulle gesta dolciamare dell'Ascoli Calcio.
di Federica Poli
Un padre tende sempre a proteggere i figli dalle delusioni che la quotidianità può loro riservare.
Così il mio, alla partenza alla volta di Ancona per assistere al derby marchigiano, guardandomi negli occhi con tutta la franchezza e il realismo del mondo, mi ha chiesto:
"Sei pronta ad incassare con maturità anche una loro goleada?".
"Sì!" ho risposto e con il cuore "in panne" sono partita.
Riconquistata la persa serenità, in mattinata sono sbarcata nel capoluogo di Regione e indovinate di chi sono stata ospite? Ve lo ricordate Cesarone? Sì, proprio lui quello che simpaticamente ho ribattezzato la "cornacchia biancorossa" quando, durante la partita Ascoli - Cosenza, ha predetto l'errore dal dischetto di Capitan Fontana.
Pranziamo nel "Caffè Giuliani" punto di ritrovo dell'Ancona-bene e lì inizio a vedere qualche sciarpetta biancorossa che mi causa seri problemi di insofferenza. La cameriera del locale, resa edotta sulla mia provenienza, mi guarda con occhi inquisitori ed io comincio veramente a sentirmi a disagio. Tale sensazione svanisce solo alla vista dei vessilli bianconeri.
In uno stadio quasi pieno, ovviamente, (ormai è una costante per le trasferte) sono circondata da tifosi dell'opposta fazione.
Ma questo è un derby e gli altri sono sempre più cattivi e agguerriti.
Se aggiungete che la strada per raggiungere il "Del Conero" l'ho fatta in mezzo agli "anconetà" capirete perché mi sono sentita praticamente sotto assedio.
Fischio d'inizio delle ostilità, sei giri d'orologio e Tentoni (proprio l'ex) spizzica di testa un pallone in area beffando l'estremo difensore biancorosso Scarpi.
Che gioia immensa!
12.000 (forse?) anconetani ammutoliti e il mio applauso sembra rimbombare in Tribuna.
Nemmeno le più rosee aspettative ci davano in vantaggio contro i cugini che lottano per la promozione.
Senza urlare al gol, manifesto il mio compiacimento con un sorriso ebete da beatitudine che appalesa la mia collocazione geografica da bassa-Marca.
Con il vicino che insulta a turno: Savini, La Vista, Cristiano, Tentoni, Cejas, Pillon senza risparmiarsi negli epiteti al 29° minuto Mister Mag..oni, inforcati gli occhiali, snocciola una magia al popolo dorico. Et voilà 1 a 1!
Stavolta sarà contento questo simpaticone del cuginetto e la pianterà di gridare contro i bianconeri. E invece no!
Secondo tempo.
Cambio postazione con la maturità che mio padre auspicava per non finire nei guai, visto l'animo un po' troppo acceso del dirimpettaio.
In campo ecco un Ascoli più coriaceo, combattivo a tratti anche strafottente che più volte tenta il colpaccio. Miccolimaradona Brienza a fine gara si beve in un sol sorso la difesa avversaria e nel faccia a faccia con Scarpi lo grazia (mettiamola così).
"Braveheart" Caracciolo nel frattempo prova a tirare in porta da tutti i punti del campo assicurandosi così, a fine carriera, un futuro nel rugby (oggi di mete ne ha fatte diverse!).
Nota di merito a questo Ascoli che ha dimostrato di avere riacquistato La Vista, di poter contare su una nuova Stella e comunque di poter puntare ancora su quel Lavecchia!
Così torno a casa, entro, chiudo la porta, mi tolgo il giacchino, lascio la borsa, prendo un gran respiro, gonfio i polmoni e con tutta l'"ascolanità" che ho dentro posso finalmente gridare:
Goooooooooooooooooool!
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28/04/2003
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