Il locale circolo di RC non condivide le scelte fatte dall'Amministrazione Comunale di centro-sinistra, in merito alla gestione dell'acqua potabile, servizio primario ora affidato ad una società creata a tale scopo.

I responsabili locali di RC sottolineano che l'acqua è un patrimonio comune e nella loro nota precisano che la gestione di questa fondamentale risorsa deve restare pienamente in mano pubblica affinché i suoi usi possano sempre essere decisi democraticamente e verificati dai cittadini. Il comune di Offida, nell'assemblea del Consorzio Idrico del marzo scorso, ha votato a favore della trasformazione del suddetto Consorzio, in società per azioni. Il circolo di Rifondazione Comunista esprime la sua totale contrarietà a tale scelta e ribadisce che l'acqua, elemento essenziale per tutti gli esseri viventi, deve rimanere pubblica e non diventi campo di speculazione dei privati.

Di certo il cittadino, indipendentemente dal tipo di gestione, aspetta che il servizio migliori e che siano evitate in futuro le continue interruzioni nell'erogazione o le limitazioni soprattutto nel periodo estivo. Ci si augura poi che il prezzo decresca stabilizzandosi in rapporto al servizio offerto e che i nuovi responsabili curino meglio la potabilità monitorando con maggior frequenza la qualità dell'acqua, spesso con alto contenuto di residui di calcio e talvolta addirittura con residui di dubbia origine, presenti immediatamente dopo riparazioni non segnalate. Per tale motivo molti cittadini sono costretti all'acquisto di acqua minerale.
Il problema ovviamente non è riconducibile a chi oggi ha la gestione del servizio, ma all'incuria con cui nel tempo sono state mantenute linee principali ed allacci, nonostante si potrebbe godere della buona acqua proveniente dai monti appenninici. A loro il compito ed il dovere di maggiori controlli ed interventi strutturali efficaci.

Nella foto la splendida fontana presente in Piazza XX Settembre da dove, nella seconda metà del 1800,  sgorgò per prima l'acqua potabile a beneficio dei cittadini, costretti fino ad allora a percorrere sentieri urbani per raggiungere l'antica Fontana del Trocco in località Lava, unico punto di approvviggionamento.