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Esordio per Andrea Cavazzini, classe 1986, a Paternò

| SAN BENEDETTO - Il giovane, figlio d'arte, ha bruciato le tappe. La sua forza è la naturalezza, il non montarsi la testa. E' già tornato con i compagni di allenamento.

La partita di Paternò ha segnato l'esordio di uno de tre giovani che i tecnici si sono portati in panchina, Andrea Cavazzini, attaccante classe 86.

 In panchina tre giovani ma in campo sei andato tu.
" Forse un po' di fortuna. Soncin si è fatto male ad una caviglia e l'allenatore mi ha choamato.  Ho chiuso i pugni per farmi forza e via" . Sei riuscito a prendere sonno? " Certamente. Perchè non avrei dovuto dormire?" 

Poi il giovane attaccante dimostra tanta maturità nel rivolgere ringraziamenti.
" Debbo ringraziare i compagni. Mi hanno assistito, aiutato, mi hanno fatto sentire uno di loro. E questo è stato importante". 

Il giovanotto è tornato al Ciarrocchi dove c'erano i suoi compagni della Berretti.

Che futuro ti sei disegnato? 
" Sto qui con i miei compagni senza alcun problema, continuerò ad allenarmi con loro e se i tecnici della prima squadra mi chiameranno ancora cercherò di farmi trovare pronto. Non è cambiato nulla, anche se questo esordio mi darà una carica maggiore".

Cosa hai detto a papà ?
" L'ho chiamato subito al telefono per esternargli tutta la mia gioia".
Il papà, Maurizio, ex della Samb, lo abbiamo rintracciato a Parma, dove gestisce un negozio di articoli sportivi. 

Ti aspettavi l' esordio di Andrea? 
"  Andrea mi aveva detto che era stato convocato in prima squadra tre settimane fa.  Mi ha chiamato la scorsa settimana e mi ha detto che sarebbe andato a Paternò. Pensavo che gli servisse per fare esperienza in panchina. Invece..".

Hai trasmesso tu questa passione ad Andrea? 
" No. Fino a tre anni fa lui con il calcio non c'entrava. E' stato qui, con me, ed è stato con la Crociati Parma per un anno. Da piccolo era un portiere, poi ha cominciato a fare gol e gli è rimasto questa voglia" .

Cosa gli hai suggerito, da padre e da ex calciatore."
Di essere amico con i compagni, e questo vale anche fuori dal calcio, e poi di divertirsi. Facendo cosi lascia fuori lo stress dal mondo del pallone, che non è sempre cosi roseo".

12/05/2003





        
  



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