La CNA segue con particolare apprensione la situazione alla Merloni di Comunanza. Infatti il mancato accoglimento, da parte dei dipendenti, del piano di sviluppo del sito produttivo potrebbe causare gravi conseguenze anche tra le aziende dell'indotto. Nella zona sono circa trecento le aziende artigiane e tale tessuto produttivo di piccole e piccolissime realtà si è sviluppato anche grazie alle imprese che operano direttamente o indirettamente con lo stabilimento della Merloni.

E' ovvio, quindi, che un ridimensionamento produttivo dello stabilimento del Piceno del colosso mondiale degli elettrodomestici potrebbe avere  ripercussioni negative anche tra le altre aziende della zona.
"A farne le spese per la situazione che si è venuta a creare - ha spiegato la direttrice provinciale della Cna Maria Desirée Basili  - potrebbero essere proprio le aziende artigiane. Alle mancate assunzioni programmate dalla Merloni si potrebbero aggiungere anche quelle delle imprese artigiane coinvolte, seppur indirettamente, dai piani di sviluppo dell'industria di elettrodomestici. Per queste ragioni ci auguriamo che si possa giungere in breve tempo ad una soluzione per non pregiudicare lo sviluppo dell'intero comprensorio e comunque siamo disponibili a qualsiasi confronto con le istituzioni al fine di tutelare le tantissime aziende artigiane della zona di Comunanza".