Fratelli, ma non gemelli. Sport preferito e praticato: il calcio. Squadra nella quale militano: la Folignanese, formazione di prima categoria inserita nel raggruppamento D. Ruolo ricoperto: allenatore giocatore il primo. Attaccante il secondo. Chi sono? I fratelloni Paoletti: Alfonso e Francesco. Rigorosamente in linea con la loro data di nascita: 1965 Alfonso, 1971 Francesco. Questa la loro scheda personale, che li contraddistingue e che li accomuna nello sport da loro preferito e che li ha resi famosi in tutte le Marche e fuori per aver militato in diverse squadre e campionati.

Dallo scorso anno, con la Forcese, sono tornati a giocare insieme. Con la loro esperienza e soprattutto  con i gol hanno portato in salvo la Folignanese. I Paoletti d'origine forcese, ma ascolani di adozione orbitano, come detto, nello stesso campionato di prima categoria. Seppure con compiti diversi. Alfonso, che difende, oltre a curare la parte tecnica è il difensore con il vizietto del gol. Fino ad oggi ha messo a segno ben 160 reti. Per un difensore, il suo primato è da guinness. Francesco che offende, è il classico predatore d'aree di rigore. L'ultima sua perla l'ha messa a segno contro il Folgore Falerone. Un gol da cineteca che regalò alla squadra tre punti pesanti che hanno contribuito non poco alla salvezza della squadra. Il suo bottino personale, fino a questo momento, è di ben 142 gol.

In totale i Paoletti, che ancora sono alla ribalta del calcio dilettante, hanno gonfiato la rete avversaria 302 volte. Alfonso Paoletti, cosa si prova allenare il fratello insieme con alti giocatori?: "A dire il vero la presenza di mio fratello non mi crea alcun problema ed in particolare con gli altri giocatori. Va in campo chi merita di più. Abbiamo giocato insieme per molti anni, quindi va bene così. Dirò, essendo lui ragazzo buontempone è quello che sa minimizzare le situazioni e tenere alto il morale della squadra quando le cose non vanno per il verso giusto". Francesco Paoletti, che significa avere il fratello come allenatore oltre che come giocatore?: "La contemporaneità di giocare per la stessa squadra non ci crea problemi di sorta. Anzi ci accomuna nel bene e nel male nel senso che ci sentiamo responsabili delle sorti della squadra. Io cerco di dare il meglio di me stesso, per non mettere in difficoltà mio fratello nelle scelte da fare quando si va in campo. Spero di esserne all'altezza":