Il sindaco, Domenico Martinelli, è tornato di buonumore da Manchester, dove ha visto vincere la Champions League al suo Milan. Invece di scagliare tuoni e fulmini sulla Cdl, nell'apprendere dai giornali che la maggioranza gli sottoporrà la proposta del rimpasto di Giunta, ha detto: "Se vogliono il rimpasto, l'importante è che i partiti si mettano d'accordo".
Dopo la cena a casa del coordinatore azzurro, Paolo Forlì, dove si è affrontata la crisi politica, venerdì mattina la discussione è continuata nell'ufficio comunale del vicesindaco Pasqualino Piunti, con il gruppo consiliare di An e il coordinatore provinciale, Guido Castelli.

"Dal confronto con il mio partito -illustra Castelli- sono emerse due fondamentali esigenze: 1- è necessario affrontare la verifica avendo cura di analizzare tutti i segmenti che non funzionano, facendo una valutazione dell'efficienza  degli assessori e dirigenti. Se si deve procedere al secondo pit-stop dobbiamo farlo pensando che sia l'ultimo;
2- bisogna  agire senza strattoni, evitando di infilarci in un tunnel da cui sia difficile venire fuori, senza buttare via il bambino con l'acqua sporca. A questo punto bisogna aprire un tavolo perché consiglieri e partiti comincino a discutere. Alle valutazioni di FI aggiungeremo le nostre".

Forza Italia è stata accusata di aver istigato il rimpasto (ma dalle parole di Castelli si capisce che AN non era fuori dai giochi).
Ora il coordinatore Forlì dà spiegazioni, soprattutto sulla posizione dell'assessore all'Urbanistica, Leo Sestri, prossimo a lasciare, probabilmente, per fare spazio a un azzurro.   "E' sbagliato pensare che si voglia fare il rimpasto a tutti i costi, come è sbagliato pensare che non si debba fare. L'assetto della Giunta deve corrispondere ai risultati elettorali. Sestri ha lavorato bene, lo consideriamo un serio professionista, ma dobbiamo mettere in campo i ruoli politici. Sestri non ha un partito perciò bisogna vedere se trova terreno fertile in Consiglio comunale e se gli stessi partiti lo considerano organico alla maggioranza. Dico questo perché dopo le elezioni del 2001 le forze politiche hanno fatto i congressi, esprimendo tutte candidature unitarie, evidenziando maturità e convergenza delle linee politiche negli stessi. Riteniamo, pertanto, che le secolari peculiarità della politica, che trovano terreno fertile nei partiti, consegnino proprio a questi ultimi il compito di coadiuvare un'azione amministrativa innovatrice per una città che deve essere proiettata nel futuro. Sono sicuro che il Sindaco uscirà rafforzato da questa ridefinizione dei partiti e lo sarà ancora di più se potrà contare su un assessore che ha una formazione forte. Dovremo parlare con Sestri e dirgli che deve fare riferimento a un partito del centrodestra".

Qual è il partito di Sestri? L'assessore all'Urbanistica alle elezioni amministrative era candidato nella lista civica Libera per Calvaresi, passata nella coalizione dell'Ulivo, cioè a sinistra. Durante il rimpasto dello scorso luglio Sestri salvò l'incarico, in quanto sostenuto dal Gruppo Misto, che contava Pino Nico e Pierluigi Tassotti, confluiti nell'Udc. Tutto fa quindi pensare che se Sestri non trova casa in un partito del Polo resisterà al massimo per la fine di giugno. Almeno questo si deduce dalla conclusione di Forlì:
"Penso che ci sarà un documento unitario dei partiti prima dell'estate, per giungere alla risoluzione dei problemi".