Ortezzano, oggi, sembra un paese fantasma, un paese senza anima, non tanto perché appare disabitato ma quanto per quel silenzio incredibile, in mezzo alla gente, che lo attanaglia e che è il segno palpabile di dolore e sgomento. Un silenzio "assordante" che in qualche modo evidenzia l'enormità dell'accaduto. Le auto procedono a passo lentissimo nel centro abitato, quasi a voler evitare di distrarre i piccoli gruppi di cittadini che stazionano davanti al bar, nella piazzetta del municipio, sul gradino del monumento ai caduti, sotto l'abitazione di Pino Ricci (nella foto il vicolo dove è ubicata la casa); bisbigliano, parlano sotto voce e sbirciano l'incedere discreto e imbarazzato dell'intruso cronista la cui presenza sembra sgradita.

Ma è solo una impressione perché poi ognuno vorrebbe dire la sua, vorrebbe trovare una spiegazione logica, plausibile a questa morte, che in realtà non esiste. Ortezzano è un paese dove tutti si conoscono, dove molti sono i legami di sangue fra i cittadini, un paese dove quando c'è necessità di solidarietà nessuno fa mai un passo indietro. Una nonna impone il silenzio ai nipotini vocianti e opportunamente ignari dell'accaduto, un anziano scuote la testa e si porta sul viso un gigantesco fazzoletto bianco, forse inadeguato per raccogliere le lacrime che la morte di Pino Ricci ha inevitabilmente provocato.

Le conclusioni ufficiali sulla tragica fine di Pino Ricci non esistono ancora e il cronista evita accuratamente di raccontare le infinite, benevole supposizioni dei cittadini ortezzanesi che, in realtà, non vogliono credere a quella crudele verità che sarà, quasi certamente, riferita loro non più tardi di qualche ora. Il feretro partirà dall'obitorio dell'ospedale civile di Fermo alle ore 11.00 di domani e i funerali si svolgeranno nel pomeriggio ad Ortezzano, alle ore 16.00, nella chiesa di Santa Maria.